La promessa di Renzi: mille euro in più per 40 mila bellunesi
BELLUNO. Per circa 40 mila bellunesi la busta paga potrebbe essere più “pesante” a cominciare da maggio.
Le previsioni sono del segretario dello Spi Cgil, Renato Bressan, che fa un breve calcolo: «Attualmente in provincia ci sono circa 91 mila persone in età da lavoro; di queste, circa 12 mila sono disoccupate e inserite nelle liste di collocamento, mentre i lavoratori con un contratto da lavoro dipendente sono circa 60 mila. Se togliamo i dipendenti con redditi da lavoro superiori ai 25 mila euro lordi all’anno, restano circa 35-40 mila lavoratori, il 70% degli attivi. A questi dovrebbe rivolgersi la manovra fiscale del governo». La cifra potrebbe però diminuire «qualora si calcolasse il reddito complessivo, comprensivo anche dell’abitazione di proprietà o di altri beni immobili che fanno salire naturalmente la cifra».
Con la manovra che il governo Renzi ha messo in atto e il cui testo definitivo si dovrebbe conoscere già oggi, coloro che hanno un reddito annuo inferiore ai 25 mila euro lordi dovrebbero trovarsi circa 80 euro in più ogni mese derivanti dalle detrazioni dell’Irpef. Una somma che nell’intento di Palazzo Chigi servirà a rilanciare l’economia e a dare un nuovo slancio alla fascia medio-bassa della forza lavoro.
Una misura che interesserà soltanto i lavoratori dipendenti, in cui rientrano anche le figure parasubordinate, cioè quelle persone con contratti a termine o stagionali, che rientrano nella gestione separata dell’Inps.
A livello nazionale si parla di circa 10 miliardi di euro liberati in virtù delle detrazioni dell’imposta sulle persone fisiche, soldi che, come anticipa il presidente della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, serviranno per fare nuovi acquisti.
Risorse importanti che vanno a sostenere quella fascia di popolazione più in difficoltà, alle prese con bollette e mutui da pagare, figli da mandare a scuola e stipendi che toccano al massimo i 1500 euro netti al mese.
Insomma, un’iniezione di liquidità non indifferente dopo che con la crisi economica i consumi delle famiglie erano crollati.
Ma se da un lato i primi commenti sulla manovra sono positivi da parte di sindacati e addetti al lavoro, dall’altro piovono critiche dalla categoria dei pensionati. «Se questi sgravi fiscali interesseranno soltanto la forza lavoro dipendente, significa che per i pensionati non ci sarà nulla», afferma Bressan. «Consideriamo che nel Bellunese la metà dei pensionati percepisce un’indennità al di sotto dei 1000 euro mensili e di questi il 48% sono sotto i 499 euro. Se il governo non prevederà qualcosa anche per questa fascia già povera, questa è destinata a impoverirsi sempre di più, alimentando quindi il disagio sociale nella nostra provincia. Per questo siamo pronti a scendere in piazza: vogliamo rivendicare il nostro diritto, come pensionati, di poter godere anche noi di vantaggi economico-finanziari per vivere un po’ meglio».
Paola Dall’Anese
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