La protesta: «A Trichiana non ci sono boschi vicino al rogo della “vecia”»

Il presidente Unpli Praloran e la Pro loco contestano il divieto al tradizionale fuoco: «Il commissario prefettizio poteva convocare la commissione per verificare»



«La Pro loco di Trichiana andava avvisata prima se c’era qualche problema da risolvere per Brusa la vecia, non all’ultimo momento come invece è accaduto. Sappiamo che la realtà burocratica è molto pesante però dispiace che ci sia stato il dubbio da parte degli organi competenti se concedere o meno le autorizzazioni ad una realtà che in paese è ormai consolidata da quattro decenni».

È intervenuto anche il presidente delle Pro loco bellunesi Davide Praloran, ieri con i vertici della Pro loco Trichiana, sulla mancata accensione dei fuochi durante il Brusa la vecia svoltosi a Trichiana sabato sera. Giovedì a Lentiai era successo lo stesso, mentre a Mel l’evento, in programma sempre sabato, era stato annullato dalla Pro loco visto il no ai fuochi.

Lo stop ai roghi è arrivato giovedì pomeriggio con una lettera degli uffici comunali di Borgo Valbelluna, guidati dal commissario prefettizio Carlo De Rogatis, che invitava all’osservanza della disposizione anti incendio emanata dalla Regione il primo marzo. Una disposizione in cui si legge che «viste le contingenti condizioni metereologiche e vegetazionali è dichiarato lo stato di grave pericolosità per sviluppo degli incendi boschivi».

«Va fatta una riflessione – prosegue Praloran – perché le regole vanno sì rispettate, ma devono avere un senso, perché a Trichiana il rogo non viene fatto in prossimità di nessun bosco. È una questione di rispetto verso il volontariato, senza il quale si svuotano i paesi: chiediamo pertanto delle normative burocratiche più semplici per poterci muovere più liberamente».

Le soluzioni invocate da Praloran sono due. «Se le competenze sulla sicurezza passassero nelle mani della Regione, potrebbe essere redatto un nuovo regolamento – spiega – che consentirebbe di mantenere le tradizioni consolidate».

La seconda è aggiornare l’albo delle Pro loco sull’aspetto della sicurezza: «Iscriveremmo i nostri volontari che hanno frequentato i corsi antincendio per farli divenire operatori ufficiali».

«Se ci fosse stata la volontà bastava convocare una commissione pubblici spettacoli», ha spiegato ancora Praloran, auspicando un coordinamento della prefettura, «dopodiché avrebbero potuto consultare la Pro loco di Trichiana per capire cosa fare. Verso la manifestazione sono mancati l’impegno e la volontà di provare a rimettere le cose a posto».

I volontari della Pro loco Trichiana ieri hanno poi lamentato di aver preparato con scrupolo il piano di sicurezza, consegnandolo all’amministrazione. Ma con risultato negativo.

Il presidente della Pro loco Trichiana, Davide De Bona, ha chiesto comunque che si facciano deroghe alle ordinanze, come quella contro gli incendi, «spesso troppo generiche».

«Non sappiamo se il commissario prefettizio poteva concedere una deroga – ha concluso Praloran – però avrebbe potuto convocare la commissione per verificare prima la situazione». —



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