La protesta: bollette dell’acqua triplicate agli emigranti
BELLUNO
Una tegola dopo l’altra. I bellunesi che vivono all’estero continuano ad essere al centro di vicende burocratiche e di problemi di imposte e tariffe che rendono ancora più amara la loro emigrazione e difficili i rapporti con l’amministrazione pubblica italiana. . L’ultima grana, in ordine di tempo, è data dalle bollette dell’acqua che stanno arrivando in queste settimane ai bellunesi iscritti all’Aire (cioè residenti all’estero, ma cittadini italiani) che hanno una casa di proprietà. In base ad una delibera approvata dall’assemblea dei sindaci di Bim Gsp ancora l’anno scorso ma entrata in vigore adesso, la loro casa bellunese non viene più considerata come una prima casa, con tariffa adeguata a questo, ma come seconda casa. Così dai 30-40 euro che si trovavano a pagare per l’acqua, ora hanno tra le mani delle bollette triplicate, come minimo.
La segnalazione arriva al giornale da Firmino Lira, di Fonzaso, che si occupa delle incombenze burocratiche di una sua concittadina che vive all’estero ed è iscritta all’Aire. «È arrivata la bolletta da Bim Gsp, tra l’altro con scadenza già passata, in cui la signora si trova a pagare la bellezza di 207 euro e spiccioli, rispetto ai 30-40 euro delle bollette precedenti. Lei, come tanti altri fonzasini che vivono all’estero, passa qui a Fonzaso solo qualche breve periodo all’anno. La cosa che mi ha colpito particolarmente è che la bolletta è retroattiva, quindi riguarda anche il 2018».
Lira si è rivolto a Bim Gsp per scoprire che si tratta di una delibera dei sindaci del Bim Gsp. E si è rivolto all’Associazione bellunesi nel mondo che del problema erano già stati investiti da altri bellunesi. Nella rivista dell’Abm di luglio c’è infatti la lettera di protesta di Paolo Lucci di Feltre. Il signor Lucci ringrazia ironicamente i sindaci che fanno parte del Consiglio di bacino (ente d’ambito) e Bim Gsp per il “regalo” ricevuto in bolletta, in seguito all’applicazione (retroattiva dal primo gennaio 2018) della tariffa domestica non residente dell’acqua, per una casa tenuta a disposizione in provincia di Belluno.
«I nostri amministratori – scrive l’emigrante feltrino – non si smentiscono mai: ancora una volta dimostrano concretamente la loro sensibilità verso gli emigranti».
Nella risposta alla lettera si dà conto delle prime mosse già messe in atto dalla Associazione Bellunesi nel mondo che ha chiesto un incontro, in programma per la prossima settimana, alla società che gestisce il servizio, cioè Bim Gsp, e agli amministratori bellunesi che hanno preso la decisione.
«Questo problema, spiegano dall’Abm, va ad aggiungersi a quello relativo all’Imu di qualche anno fa, una battaglia che abbiamo purtroppo vinto a metà. E cioè abbiamo ottenuto l’esenzione dall’Imu come prima casa solo per gli emigranti pensionati, mentre tutti gli altri iscritti all’Aire pagano l’Imu sulla casa di proprietà in Italia come una seconda casa. La cosa che amareggia è che spesso all’estero non hanno affatto una casa di proprietà ma sono in affitto. La loro prima e unica casa è in Italia, ma non per le amministrazioni pubbliche italiane». Il danno e la beffa. —
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