La Protezione civile: «Non sottovalutate i boati in Alpago»

Gabrielli: «Non vorrei fossero considerati come aspetti folkloristici, perché sono cose serie»
FARRA D'ALPAGO. «Il sistema della protezione civile è allertato perché in Fadalto non si ripeta quanto è avvenuto a L'Aquila». Lo ha detto il prefetto Franco Gabrielli, capo della protezione civile nazionale, dopo aver incontrato il governatore veneto Luca Zaia e la giunta, in Regione. Un incontro per affrontare da vicino il problema dei boati in Val Lapisina.


«Boati», ha tenuto a sottolineare Gabrielli, «che non vorrei fossero sottovalutati e considerati come aspetti folkloristici, perché sono cose serie». Significano che un terremoto è possibile, anche se si tratta di micro vibrazioni che oscillano tra un grado e i due gradi della scala Richter? Gabrielli non ha risposto direttamente, ma si è dichiarato preoccupato, anche perché «la comunità scientifica non ha univoci e definitivi indicatori».


In Italia ci sono circa 800 Comuni che hanno un altissimo rischio sismico, pari a 1, oltre 2000 che arrivano al 2. «Tra questi vi sono anche Vittorio Veneto e Farra d'Alpago. Rammento che l'Aquila era zona 2. Non vorrei creare allarmi per le popolazioni che stanno in zona 3 o 4, ma almeno i residenti di zona 1 e 2 dovrebbero avere comportamenti, sensibilità e consapevolezza di questa situazione». Par di capire, stando alle parole del numero uno della Protezione civile, che questa consapevolezza non ci sia. Ecco, infatti, Gabrielli insistere testualmente rivolto ai vittoriesi e agli alpagoti: «Io non dico "state tranquilli", anzi, vi dico "preparatevi" e la preparazione passa attraverso la verifica delle abitazioni, la vulnerabilità del territorio». Più concretamente: «Il cittadino stesso ha il dovere di verificare la condizione della propria abitazione».


E poi un invito, agli stessi residenti, ad attrezzarsi per ogni evenienza. «Debbono adottare anche elementari norme precauzionali, da una pila a dell'acqua, al cellulare sempre carico». Come in California, esemplifica Gabrielli, anche nel Vittoriese e nell'Alpago, dovrebbero esserci dei kit "immediatamente a disposizione". Gli studiosi - di sismologia e geologia - hanno dichiarato che il fenomeno dei boati si sta consumando e che, pertanto, il pericolo va scemando. Il capo della Protezione civile è, invece, di parere opposto.


«Io inviterei questi studiosi ad essere un po' più cauti, non fosse altro perché l'esperienza aquilana ha dimostrato come questa materia sia complicata. In Val Lapisina abbiamo l'interazione di tutta una serie di concause: un territorio sismico e soggetto a una serie di fenomeni come quelli carsici, quindi stiamo parlando di un'area complicata. Tra i vari studiosi ce ne fosse uno che parlasse la lingua di un altro, allora quale è il messaggio che dobbiamo dare?». Appunto, quale? «Non è un messaggio di tranquillizzazione», risponde testualmente Gabrielli.


«Di certezze non ve ne sono. L'unica vera certezza è nel comportamento delle istituzioni, che si devono attrezzare per dimostrare che il sistema regionale si sta preparando». Ai cronisti che gli chiedono perché non se la sente di rassicurare le popolazioni coinvolte nel fenomeno dei boati, Gabrielli osserva: «Allo stato delle conoscenze nessuno può dire che i boati possano preludere a qualcosa di peggiore. Allora nella situazione di incertezza una forma di tranquillizazione potrebbe avere un effetto dannoso. Io più che ai boati ricorderei a queste popolazioni che stanno in una zona sismica che il problema possono non essere i boati, perché magari anche tra uno-due giorni può avvenire un terremoto che non ha nulla a che vedere con questi, ma la condizione di pericolosità sismica insita nel territorio. Poi fare l'esegesi se aveva ragione quello o l' altro, mi sembra un esercizio pericoloso».

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