La Provincia apre due tavoli con gli industriali e D’Incà

Padrin ieri ha incontrato una delegazione del comitato Acqua bene comune «Lanciamo un confronto, ma a noi serve chiarire la questione del pregresso»

BELLUNO

Un tavolo con gli industriali, un altro con l’onorevole Federico D’Incà. Dall’altra parte Acqua bene comune. Il tema? Le centraline idroelettriche. La Provincia avvierà un confronto per mettere una volta per tutte sul tavolo tutte le questioni aperte, dagli incentivi statali previsti per i mini impianti alla questione del pregresso.

«La vera sfida», la definisce il presidente della Provincia Roberto Padrin, che ieri ha incontrato una delegazione di Acqua bene comune a Palazzo Piloni. C’erano anche il consigliere delegato Pierluigi Svaluto Ferro e i tecnici della Provincia, fra i quali l’avvocato Livio Viel. «Non potevamo essere presenti al presidio che è stato organizzato venerdì, ma avevo dato disponibilità al Comitato Acqua Bene Comune per un incontro», spiega Padrin. C’è stato ieri ed è stato a tratti acceso. Il Comitato da anni porta avanti la battaglia per difendere i corsi d’acqua bellunesi dalle centraline, e siamo alle strette finali.

«Sono state messe sul tavolo tutte le problematiche, le richieste e le preoccupazioni», continua Padrin. «Tutte condivisibilissime. Metteremo attorno a un tavolo il Comitato e gli industriali per discutere del tema. Poi faremo un altro tavolo con Federico D’Incà affinché si faccia portavoce al ministero dell’Ambiente della richiesta di chiarezza su alcune questioni, che stanno mettendo in difficoltà la Provincia».

Padrin si riferisce in particolare al pregresso, ovvero a tutti i progetti che si trovano in Provincia e che devono essere valutati: «Le nuove normative sono in vigore dal 1° luglio, la questione del pregresso va chiarita», afferma il presidente. «Qualche mese fa in consiglio provinciale abbiamo approvato una delibera che va nella direzione di tutelare i nostri fiumi e torrenti, perché teniamo alla salvaguardia dell’ambiente. Ma dobbiamo rispettare le norme e bisogna capire fino a dove possiamo spingerci».

A D’Incà sarà anche chiesto di attivarsi per portare al ministero la richiesta di cancellazione degli incentivi sul mini idroelettrico. Ad oggi sono novanta le richieste di impianti che la Provincia deve valutare. «Serve chiarezza», ribadisce Padrin.



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