La Provincia contesta il report ministeriale sui costi standard

Per la Sose è di soli 10 milioni lo squilibrio per i tagli romani Larese Filon: «Rischiamo altre riduzioni, pronti a fare causa»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. «La ricostruzione della spesa efficientata per le funzioni fondamentali è palesemente sottostimata rispetto ai reali fabbisogni».

Non ha pace la Provincia di Belluno, che deve fare i conti anche con un’indagine sui fabbisogni standard degli enti locali eseguita dalla Sose (società del Ministero dell’Economia), presentata qualche settimana fa durante la Commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Se la Sose riconosce che lo squilibrio delle Province sulle funzioni fondamentali, causato dai tagli imposti dalle manovre economiche, è di 651 milioni di euro, dall’altro riconosce a Palazzo Piloni uno squilibrio di soli 10.216.387 euro. «Una somma», sottolinea la presidente provinciale, Daniela Larese Filon, «che non corrisponde per nulla alle nostre reali esigenze, che superano i 18 milioni di euro».

Secondo la società del ministero, la Provincia dovrebbe spendere 5,6 milioni di euro per la gestione delle strade, per l’ambiente 3 milioni, due per le funzioni generali e 300 mila euro per i trasporti. Alla fine, per la Sose tutte queste voci andrebbero a incidere per 17.194.377 euro sulle casse provinciali.

Un’indagine che viene respinta da Palazzo Piloni, visto che rischia di mettere in gravi difficoltà l’ente bellunese, che potrebbe trovarsi con risorse ulteriormente ridotte per il 2017. Ed è per questo che Larese Filon ha deciso di scrivere al presidente della Sose, all’Upi, ai parlamentari bellunesi, al sottosegretario Bressa e al presidente della commissione parlamentare per il federalismo fiscale per chiedere che l’indagine venga rivista, assieme ai costi standard contenuti.

«La spesa efficientata calcolata con questi modelli conduce a effetti palesemente illogici e distorsivi della realtà», scrive la presidente di palazzo Piloni. «Ci erano state date rassicurazioni che nelle elaborazioni la società romana avrebbe tenuto in considerazione i fattori di costo caratteristici delle aree montane per la produzione di servizi. Evidentemente, però, a queste rassicurazioni non sono seguite le auspicate correzioni dei criteri di calcolo. Basti pensare ai costi standard pensati per la gestione delle strade: la Sose parla di 5,6 milioni di euro, ma noi ne spendiamo addirittura venti. E cosa dire dei trasporti? Non spendiamo 300 mila euro, bensì 1,2 milioni. E le funzioni generali di amministrazione superano gli ipotizzati due milioni», precisa la presidente. «Il quadro definito da Sose risulta estremamente pregiudizievole per la Provincia di Belluno e produce un danno economico che, come già capitato nel 2016, in sede di riparto del contributo di finanza pubblica, potrebbe portare alla riduzione di risorse e all’interruzione dei servizi sul territorio. Pertanto chiediamo che venga rivista questa indagine e venga riconosciuto l’effettivo squilibrio di 18,2 milioni di euro per la provincia di Belluno».

«Se questo non accadrà», annuncia Larese Filon, «dovrò agire in tutte le sedi, anche giurisdizionali, per tutelare gli interessi della Provincia e della comunità bellunese».

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