La provincia di Belluno sarà fuori dai circuiti turistici
BELLUNO. Belluno non rientrerà nei circuiti turistici per i visitatori dell’Expo di Milano. Un’altra possibilità perduta per incrementare i propri flussi, anche se resta la speranza che allo stand della Regione Veneto, che ospiterà in modo alternato tutte le province venete, il materiale relativo alla montagna bellunese patrimonio Unesco possa circolare e interessare i milioni di visitatori.
«Avevamo fatto dei ragionamenti per far sì che la nostra provincia potesse accogliere i turisti dell’Expo, ma ci hanno detto che per essere appetibili le mete devono essere al massimo a due ore e mezza di distanza con i mezzi pubblici da Milano. Quindi di questo evento mondiale trarranno i benefici maggiori le province di Verona, Vicenza, Padova e naturalmente Venezia», precisa il presidente della Camera di Commercio, Luigi Curto che aggiunge: «Comunque come sistema Unioncamere, all’Expo noi ci saremo grazie alla piattaforma della Regione Veneto. Tutti gli enti camerali avranno una loro vetrina: come saranno e cosa porteremo ancora lo dobbiamo decidere».
Il territorio bellunese, quindi, andrà all’Expo un po’ in ordine sparso, senza un coordinamento a livello locale, ma solo regionale. «Stiamo lavorando con Confcommercio veneto», dice anche il direttore dell’Ascom di Belluno, Luca Dal Poz, «su alcuni progetti per l’Esposizione universale. Ci stiamo lavorando dall’estate scorsa e il nostro obiettivo sarà quello di intercettare i turisti tramite i nostri prodotti tipici, grazie alla collaborazione con le agenzie viaggio».
La parte del leone in questa manifestazione internazionale l’avrà il turismo. E su questo anche il Consorzio Dolomiti, guidato dal presidente Fabrizio Piller Roner si sta dando da fare, in simbiosi con la Regione. «Come Consorzio saremo presenti nello stand veneto per un determinato arco temporale», dice Piller Roner, «anche perchè andare da soli sarebbe stato improponibile, visti i costi. Quello che porteremo a Milano, e quindi nella vetrina mondiale, saranno i nostri prodotti tipici locali, i presidi slow food, oltre che il territorio e l’ambiente meraviglioso che abbiamo. Speriamo di veicolare, così, il maggior numero di turisti verso la montagna, malgrado i trasporti verso la nostra provincia siano orrendi».
Promozione del territorio, quindi, in primo piano, anche se nessuno sa in questa partita così importante, quale sarà il ruolo della Fondazione Dolomiti Unesco che a detta di molti dovrebbe cogliere questa opportunità. «Dalla Fondazione non abbiamo ricevuto alcuna proposta collaborativa nè logistica nè economica», commenta Piller Roner. (p.d.a.)
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