La Provincia e la centralina sul Rova «Abbiamo le mani legate anche noi»

Il consigliere con delega all’ambiente, Svaluto Ferro: «Roma cambi la norma». Il deputato D’Incà: «Ci muoveremo»
Conferenza stampa al Blitz sulla manifestazione studentesca di Roma
Conferenza stampa al Blitz sulla manifestazione studentesca di Roma

BELLUNO

«In materia di centraline idroelettriche manca un provvedimento nazionale adeguato che possa dirimere bene la questione. Nel frattempo i nostri uffici non solo tecnici ma anche legali devono avere la sicurezza che le decisioni prese saranno inattaccabili».



Mani legate per palazzo Piloni in tema di centraline e sfruttamento idroelettrico. Lo spiega il consigliere provinciale con delega all’ambiente, Pierluigi Svaluto Ferro. Una risposta che arriva all’indomani della manifestazione svoltasi davanti alla sede della Provincia e organizzata da Acqua Bene Comune, oltre che dai comitati dell’acqua. L’assemblea pubblica era stata indetta per fare il punto della situazione e chiedere conto alla Provincia di quanto sta facendo. Provincia che, a detta dei comitati, aveva dato il proprio appoggio al diniego ad ulteriori autorizzazioni sul Rova.

«La materia è complicata», prosegue il sindaco di Perarolo. «Certo dal punto di vista emotivo ci si può lasciare coinvolgere, ma chi deve apporre la propria firma in calce ad un documento deve essere sicuro. E anche per la centralina, la terza, sul torrente Rova, in attesa di una risposta finale dalla Provincia dal 2011, abbiamo incaricato gli uffici legali oltre che tecnici di studiare la cosa. E alla fine è arrivata la decisione di dare l’autorizzazione a costruire».

Il consigliere ricorda che sui tavoli degli uffici della Provincia ci sono 90 richieste di derivazione in attesa. «Da parte nostra c’è la massima disponibilità a incontrare i comitati. A dire la verità», sottolinea il consigliere, «ho chiesto al presidente di poter incontrare non solo Acqua bene comune ma anche altre associazioni come quelle degli industriali, per metterli al tavolo e iniziare a discutere».

«Ad agire devono essere in primis lo Stato, poi la Regione. Solo allora potremo muoverci con tranquillità. Ad oggi dobbiamo attenerci anche a quello che decide anche il consiglio di bacino che si era espresso favorevolmente a questa opera. Se si vogliono bloccare tutte le centraline da qui in avanti deve essere il ministro dell’Ambiente a prendere posizione e cambiare la norma. La Provincia non può fare nulla», conclude il consigliere.

Intanto, dopo la richiesta dei comitati, martedì alle 17.30 il presidente Roberto Padrin e il consigliere delegato Svaluto Ferro incontreranno gli esponenti di Acqua bene comune. «Sarà l’occasione per fare chiarezza su questa materia. Noi siamo sempre pronti al confronto», commenta il presidente Padrin.



Chiamato in causa dai comitati, il deputato del M5S, Federico D’Incà conferma la posizione del suo gruppo per «salvare i torrenti dalla speculazione fuori controllo. La centralina sul Rova dimostra ancora una volta come le attuali linee guida debbano avere un’interpretazione più chiara e l’attuale legislazione rivista recependo in modo chiaro le direttive europee sulla qualità dei corpi idrici». —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi