La Provincia vende terreni per trovare qualche risorsa
BELLUNO. Palazzo Piloni vende dei terreni per racimolare risorse da dare a Veneto Strade. È stata la società che gestisce la rete viaria bellunese il tema principale di ieri del consiglio provinciale. Prima l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno che dà mandato alla presidente Daniela Larese Filon di aprire un contenzioso con il governo per avere quei 14 milioni di euro necessari a garantire il funzionamento regolare di Veneto Strade; e dopo la vendita di demanio stradale per recuperare soldi a sostegno la sua attività.
Vendite di terreni. Si tratta di sei terreni collocati nei comuni di Livinallongo, di Selva di Cadore, di Forno di Zoldo, ad Arabba, nella frazione di Campel sempre in comune di Livinallongo e l’ultimo a Farra di Alpago. «Da diverso tempo ci sono giunte da parte dei confinanti», ha precisato l’assessore Ezio Lise, «le richieste di acquisto di questi appezzamenti. Si tratta di pochi metri quadrati. E ora abbiamo deciso di iniziare a venderne alcuni, anche se ce ne sarebbero tantissimi altri che potrebbero rientrare in questa fattispecie».
Il consiglio provinciale, quindi, ha votato il passaggio dal demanio stradale a quello del patrimonio disponibile dei sedimi o pertinenze stradali nei vari comuni elencati. «In questo modo potremo racimolare delle risorse: a dire il vero si tratta di non grandi cifre, da mettere nella disponibilità di Veneto strade», commenta l’assessore Lise.
Il contenzioso con il governo. Dopo averlo annunciato nelle settimane scorse, ieri è stato votato l’ordine del giorno con cui palazzo Piloni si impegna ad aprire un contenzioso con il governo affinché ottemperi ai suoi obblighi, trasferendo le risorse necessarie per garantire l’attività di Veneto Strade.
Come ha ricordato la stessa presidente Larese Filon, infatti, «fino al 2010 da Roma ci arrivavano i 14 milioni di euro a questo scopo, oltre ai 6 per la gestione delle strade storiche. Ora, invece, ci arrivano soltanto queste ultime risorse, mentre siamo costretti a vedere di anno in anno tagliate le disponibilità per la manutenzione e la gestione delle reti viarie “normali”».
A questo punto, a fronte anche della richiesta di arbitrato da parte della stessa società che da alcuni anni con questi tagli lamenta la incapacità di poter adempiere ai propri obblighi, («arbitrato che rigettiamo»), «abbiamo deciso», prosegue la presidente di palazzo Piloni, «di andare alla fonte, a chi cioè dovrebbe garantirci le risorse, cioè lo Stato, per chiedere quanto ci spetta».
L’inverno, infatti, è alle porte e Veneto Strade ha soldi solo per chiudere il 2015. (p.d.a.)
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