La qualità dell’aria nel Bellunese è soddisfacente
BELLUNO. La qualità dell’aria in provincia di Belluno è soddisfacente. Sono incoraggianti le conclusioni di Arpav, che ieri ha pubblicato il rapporto annuale dei dati rilevati dalle 4 centraline esistenti, relativo al 2017. La rete di monitoraggio di Arpav è attiva dal 1999 e attualmente ha quattro stazioni di rilevamento: Belluno parco Città di Bologna, Belluno incrocio La Cerva, Feltre via Colombo e Alpago via Hahnemann. Ogni centralina misura la presenza degli inquinanti principali con alcune differenze.
Belluno. Alla centralina “storica” installata da molti anni al parco cittadino, si è aggiunta nel 2006 la stazione di rilevamento della Cerva, dove il traffico è più intenso. I valori tuttavia presentano differenze limitate. Tra gli inquinanti che preoccupano di più per la salute dei cittadini, ci sono le polveri sottili. Le PM10 hanno un limite di legge di 50 nanogrammi per metro cubo e gli sformanti consentiti sono 35 all’anno, mentre non va superata la media annuale di 40 nanogrammi per metro cubo. Al parco, gli sforamenti nel 2017 sono stati 18 (20 alla Cerva) e la media annuale si è fermata a 19 nanogrammi (24 alla Cerva). L’indicatore statistico delle PM2,5, invece, si limita a porre l’obiettivo medio annuale a 25 nanogrammi e l’aria del parco Città di Bologna si ferma a 15. Più critica la situazione del benzo(a)pirene: l’obiettivo fissato dalla legge indica una media annuale di 1 nanogrammo per metro cubo, che invece arriva a 1,3. L’altro inquinante che supera i limiti i legge è l’ozono, con 8 sforamenti della soglia di informazione (alla popolazione) ma zero sforamenti della soglia di allarme. Nel complesso l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute ha visto 48 superamenti. Il valore obiettivo imporrebbe di non superare i 25 giorni di sforamenti all’anno come media su tre anni, mentre gli superamenti sono stati 39. Ampiamente entro i parametri i valori di anidride solforosa, biossido di azoto e monossido di carbonio, che non hanno mai sforato i limiti di legge.
Arpav ha messo a confronto i dati dal 2004 al 2017, dai quali si evidenzia un costante miglioramento della qualità dell’aria a Belluno, con l’esclusione del benzo(a)pirene. Abbastanza stabile l’ozono e tutti gli altri paramenti, ma PM10 e PM2,5 sono passate rispettivamente da 30 a 19 e da 22 a 15 sforamenti.
Feltre. Le particolari condizioni atmosferiche di Feltre fanno sì che la qualità dell’aria in città sia peggiore che nel resto della provincia. Qui gli sforamenti delle PM10 sono stati 42, cioè 7 in più del limite di legge, anche se la concentrazione media annuale si ferma a 26 nanogrammi. Le PM2,5, invece, 21 nanogrammi di media annuale, si avvicinano pericolosamente al limite di 25. Elevato anche il benzene, che raggiunge i 2 nanogrammi, raddoppiando il valore limite per la protezione della salute umana. Tredici gli sforamenti giornalieri della soglia di informazione dell’ozono, zero della soglia d’allarme, con 37 superamenti del limite massimo medio giornaliero e 33 nel lungo periodo. Nessun problema, invece, dagli altri inquinanti.
Alpago. Decisamente migliore la qualità dell’aria in Alpago tranne che per l’ozono. In riva al lago gli sforamenti di Pm10 sono stati 5 e la media annuale è di 13 nanogrammi. L’ozono ha registrato 12 superamenti della soglia di informazione, 71 superamenti della media massima giornaliera e altri 48 del valore obiettivo medio sui tre anni. In Alpago viene misurato l’ozono anche relativamente all’obiettivo per la protezione della vegetazione: il limite di legge è di 18 mila nanogrammi sulla media dei 5 anni, mentre in Alpago si raggiungono 22.738 nanogrammi. Ancora più elevato il superamento del limite di legge a lungo termine: il valore di riferimento è di 6 mila nanogrammi, ma in Alpago si arriva a 30.524. Contenuti i valori degli altri inquinanti.
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