La rabbia degli industriali «Violenze inaccettabili»

Centraline. «Episodi gravi» quelli che si sono verificati l’altro ieri a Limana Non mancano le critiche agli amministratori «che si lasciano condizionare»
gian paolo perona- perona- limana- manifestazione di acqua bene comune sul progetto centraline nel piave
gian paolo perona- perona- limana- manifestazione di acqua bene comune sul progetto centraline nel piave

BELLUNO. «Condanniamo con forza quanto è successo, perché la violenza, le offese, il disprezzo della legalità e delle regole più elementari della convivenza civile nulla hanno a che vedere con la libera e democratica espressione delle opinioni. Ma quello che più avvilisce è che gli amministratori locali si lascino condizionare da una minoranza rumorosa e violenta, alimentando un clima ostile alle imprese che creano occupazione».

Luca Barbini, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, interviene in merito alla manifestazione di Acqua Bene Comune a Limana contro le centraline idroelettriche. «Gli episodi verificatisi sono gravi e inaccettabili», sottolinea, aggiungendo anche che «la politica, anzi l’antipolitica, del “no a tutto” rischia di pregiudicare lo sviluppo economico del territorio, a scapito delle aziende e quindi dell’occupazione, finendo per aggravare quel fenomeno che tutti, a parole, vogliono contrastare: lo spopolamento della montagna».

«Nel caso specifico, poi, si è impedito ai cittadini di essere informati sulle reali caratteristiche del progetto, forse perché quei manifestanti facinorosi e violenti temevano che si scoprisse la verità», continua Barbini. «E, cioè, che si tratta di un piccolo impianto a basso impatto ambientale, come ce ne sono tanti nelle altre regioni montane italiane ed europee. Su questa materia, auspichiamo anche che la Regione Veneto assuma una posizione chiara che garantisca tutti i soggetti interessati, nel rispetto delle regole e della legalità».

Il presidente degli Industriali ha anche qualcosa da dire sul comportamento degli amministratori locali: «Non solo si lasciano condizionare da una minoranza rumorosa e violenta che vorrebbe trasformare la provincia in un grande centro sociale, ma addirittura contribuiscono, in modo irresponsabile, ad alimentare un clima da “caccia alle streghe”, con dichiarazioni gravi che rimandano a tragedie enormi come il Vajont. E ciò accade per qualsiasi iniziativa che possa portare sviluppo e benessere al territorio: strade, nuovi collegamenti sciistici, piste, vigneti, impianti per la produzione di energia pulita da fonte rinnovabile, infrastrutture elettriche».

Insomma, secondo Confindustria, «per ogni iniziativa si evocano spettri e paure, dalle catastrofi ambientali alle malattie, solo per ergersi a paladini di battaglie ideologiche e populiste. Gli amministratori che si lasciano condizionare da questi comitati del “no a tutto”, perché si illudono di aumentare così il proprio consenso elettorale, dovrebbero però ricordarsi che creare un clima e un contesto sfavorevoli alle imprese significa andare contro il bene di questo territorio: senza imprese non c’è occupazione, e senza occupazione non c’è futuro per la nostra provincia».

Martina Reolon

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