La raccolta delle donazioni si concluderà il 28 febbraio
BELLUNO. Chiuderà il 28 febbraio prossimo la raccolta di contributi tramite il fondo welfare e identità territoriale per aiutare la montagna dopo l’alluvione di ottobre. Ad annunciarlo è la presidente del fondo stesso, la consigliera provinciale Francesca De Biasi. La quale annuncia che quanto raccolto andrà a coprire le popolazioni bellunesi colpite che non riceveranno contributi dallo Stato o dalla Regione. «I soldi raccolti nel nostro fondo andranno a colmare l’eventuale gap lasciato da tutti i vari conti correnti istituiti per l’emergenza. Una volta terminata la raccolta dei danni subiti, faremo una sorta di inventario e in base a quello, vedremo quali sono le necessità che emergeranno e dove, e decideremo come intervenire e in che misura economica», precisa De Biasi che annuncia che subito dopo Natale ci sarà una conferenza in cui saranno dati «i numeri di questo fondo, perché vogliamo agire nella massima trasparenza nei confronti di coloro che in queste settimane hanno donato e continuano a farlo. Tra loro ci sono associazioni, ci sono aziende che hanno deciso di devolvere l’equivalente della cesta natalizia al nostro fondo, ma anche singoli cittadini. A tutte queste persone il ringraziamento più sentito per quanto hanno fatto. Il fondo provinciale per l’emergenza chiuderà comunque il 28 febbraio, poi si passerà alla redistribuzione della somma raccolta».
La presidente De Biasi anticipa anche che «come consiglio del fondo ci siamo ritrovati e ogni componente a deciso di mettere in atto delle iniziative specifiche».
Nato per finanziare attività volte a limitare lo spopolamento della provincia, il fondo welfare e identità territoriale si è poi diviso in due filoni vista l’emergenza: quello che prosegue l’obiettivo iniziale e quello per aiutare la gente dopo l’alluvione.
«Tra le iniziative che intendiamo attuare», conclude De Biasi, «c’è anche quello di un supporto psicologico non solo agli studenti, ma anche agli anziani che si sono visti distruggere il paesaggio che conoscevano in cui vivevano. Su questo fronte opereremo con l’Usl, ma dovremo organizzarlo bene». —
P.D.A.
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