La Regione contro l’Usl sullo spostamento della guardia medica
ponte nelle alpi. Due prese di posizione “di peso” contro lo spostamento della guardia medica a Belluno. Il primo è quello di Gianpaolo Bottacin, assessore in Regione, cioè lì dove si decide la sanità veneta e c’è da scommettere che alla direzione dell’Usl Dolomiti non passerà inosservata: «Ci sono certamente anch’io tra quelli che hanno appreso con stupore la decisione unilaterale della direzione dell’Usl di spostare la guardia medica dall’Alpago prima a Ponte nelle Alpi e poi all’ospedale San Martino», dice l’assessore regionale.
«Si tratta di una scelta che ci lascia alquanto perplessi – prosegue l’assessore –, presa senza tenere conto che, in caso di emergenza, si creerebbero forti disagi in periferia a causa dell’inevitabile allungarsi dei tempi, che d’inverno poi diverrebbero inaccettabili».
«Una decisione, che oggi penalizza Alpago e Ponte nelle Alpi, ma domani potrebbe coinvolgere altre realtà. Ne ho già parlato con il collega assessore alla Sanità Coletto», rincara Bottacin, «ma mi confronterò nei prossimi giorni con il direttore dell’Usl, a cui ho anche scritto in tal senso. È una scelta totalmente errata – conclude l’assessore – che va da subito ridiscussa».
Sull’argomento interviene anche il deputato di Forza Italia Dario Bond, che preme nella stessa direzione: «Spero che la Direzione Generale dell’Usl 1 riveda al più presto la decisione di trasferire la guardia medica di Cadola all’Ospedale San Martino e di chiudere l’ambulatorio a Ponte nelle Alpi», è la richiesta di Bond.
«Questa decisione è un pesante impoverimento dei servizi, che arriva proprio nel periodo estivo, quando l’Alpago fa registrare un alto numero di visitatori e turisti», spiega Bond. «Si parla tanto della “golden hour”, dell’ora di tempo fondamentale per la vita di una persona, ma facendo partire i soccorsi da Belluno anziché da Ponte nelle Alpi per raggiungere le località più distanti della conca alpagota si perde tempo prezioso per la vita di chi è in emergenza. È fondamentale», conclude Bond, «che l’azienda sanitaria riveda la sua scelta, per tutelare la salute dei residenti e delle migliaia di turisti che frequentano queste bellissime zone». —
Irene Aliprandi.
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