La Regione dice no al progetto di Terna in terra bellunese
BELLUNO. Comune e Regione si uniscono per chiedere di rifare il progetto di razionalizzazione delle reti elettriche nel Bellunese.
Dalla montagna alla laguna, ieri, si è vissuta una giornata intensa e importante sul fronte elettrodotto. A palazzo Ferro-Fini è stata approvata all’unanimità la risoluzione promossa da un gruppo trasversale di consiglieri (primo firmatario Dario Bond) con la quale si impegna la giunta a chiedere di sospendere la procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) per rifare il progetto, tenendo conto delle nuove tecnologie a disposizione. A Palazzo Rosso, nel frattempo, maggioranza e opposizione trovavano l’intesa per un documento congiunto che chiede le stesse cose: fermare la procedura di Via regionale e nazionale per rivedere un progetto che, così com’è, presenta troppe criticità.
Lo ha detto chiaramente il sindaco Massaro in consiglio, ricordando che «due anni di studi e approfondimenti ci portano a dire che né la fascia A (tralicci sul Piave, ndr) né la fascia B (mezzacosta Nevegal, ndr) per il nostro territorio vanno bene».
Tanto meno la C, che il consiglio di Belluno aveva già bocciato. Parole e decisioni che pesano, alla luce della manifestazione promossa dal Comune di Ponte nelle Alpi per sabato 21. Il sindaco Vendramini chiede di non perdere tempo e procedere con la razionalizzazione, ma a questo punto bisogna fare i conti con la posizione di Belluno e, soprattutto, della Regione.
A Palazzo Rosso. Le esigenze del Comune di Ponte nelle Alpi sono state recepite nel testo condiviso. Nel deliberato, infatti, si impegnano sindaco e giunta a dare priorità al “risanamento delle attuali criticità sanitarie e ambientali” presenti a Belluno e negli altri Comuni interessati dal progetto. Erano tre le mozioni sulla questione elettrodotto in discussione ieri: la prima firmata Movimento 5 stelle, poi quella della maggioranza (In Movimento e Insieme per Belluno) e la terza, firmata Pd, Patrizia Burigo e Ida Bortoluzzi. C’è voluta un’ora e mezza per decidere di sospendere la seduta per fare una sintesi. Le mozioni erano molto simili, si è dibattuto a lungo sui verbi (sospendere o annullare la procedura di Via?) e la discussione si è fatta accesa sul metodo, perché il Pd è rimasto sorpreso di trovarsi sul tavolo la mozione della maggioranza. Alla fine i capigruppo si sono riuniti e hanno partorito un documento che esprime “netta contrarietà all’operato di Terna spa” e che chiede la sospensione delle procedure di Via regionale e nazionale per approntare una “revisione totale del progetto”.
La mozione chiede anche di eliminare “l’ipotesi di armatura a 380 kV”, elemento che farebbe pensare che il progetto non è una semplice razionalizzazione, ma parte di un’opera più grande e complessa: l’interconnessione Italia – Austria. Infine si chiede di fare un tavolo di lavoro, coordinato dal capoluogo, con tutti i Comuni interessati dal progetto, per procedere uniti nel nuovo iter progettuale.
A Venezia. Quasi in contemporanea con la votazione dei consiglieri bellunesi, a palazzo Ferro Fini maggioranza e opposizione, compatte, approvavano la risoluzione proposta da Dario Bond (capogruppo di Forza Italia). Il documento, oltre alla sospensione della procedura di Via per rivedere il progetto, chiede anche di istituire una Commissione tecnica mista Regione Veneto-Terna, coinvolgendo i Comuni, per verificare le criticità della rete elettrica esistente e quella in progetto in Veneto. «È un passaggio cruciale nel braccio di ferro tra il territorio e Terna, perché lancia un messaggio forte e chiaro al colosso dell’energia», spiega Dario Bond, che si è speso parecchio negli ultimi giorni per far approvare la risoluzione, all’unanimità. «Le comunità e i loro rappresentanti politici chiedono a gran voce una revisione del progetto improntata alle migliori tecnologie e garanzie per la salute dei cittadini e del paesaggio. Questa è la vittoria di un territorio. Spiace che in questi giorni ci siano state resistenze da parte di alcuni amministratori, ma la polemica non mi interessa».
Ponte nelle Alpi, infatti, aveva inviato alcuni emendamenti al testo. Alcuni sono stati accolti, quello che cancellava da richiesta di sospendere la procedura di Via no. Il progetto di Terna, anche per la Regione, va completamente rivisto.
Alessia Forzin
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