La Regione ha richiesto lo stato di calamità
VENEZIA. La Regione Veneto ha chiesto al Governo la dichiarazione di stato di calamità nei Comuni della montagna bellunese investiti dalla nevicata di Santo Stefano. Si tratta di un provvedimento straordinario che, se accolto dall’esecutivo, prevede una procedura in tre fasi: perimetrazione dell’area colpita da black out; censimento e verifica dei danni (materiali e d’immagine) affidato ai sindaci; erogazione dei risarcimenti, condizionati peraltro dalle (scarse) risorse disponibili nel Fondo di solidarietà nazionale. L’istanza in tal senso, firmata da Luca Zaia, è stata approvata nel pomeriggio dalla giunta che l’ha corredata da un “suggerimento” a Palazzo Chigi, quello di nominare un commissario dotato di poteri speciali «com’è accaduto per l’alluvione» per garantire il ripristino in tempi celeri delle linee elettriche compromesse
«È una vicenda che non lascia l'amaro in bocca ma una grande incazzatura, visto che giusto oggi il Cai mi ha comunicato di essere privo di luce da quattro giorni», il commento del governatore veneto «io non lancio accuse a vanvera, aspetto che si chiariscano fino in fondo le responsabilità oggettive, al momento siamo al livello di una denuncia contro ignoti. È vero che la neve molto pesante ha fatto precipitare sulle linee elettriche centinaia di alberi, tuttavia, se questi fossero stati tagliati per tempo, prima delle precipitazioni, non sarebbe capitato il disastro che oggi denunciamo. Su questo punto non faremo sconti a nessuno, il nostro bollettino prevedeva picchi di un metro e mezzo di neve, sono caduti 14 chilometri di tralicci e dev’essere fatta chiarezza. Io non legittimo le proteste di chi si lamenta per un'ora di coda in auto ma il disagio che tanti cittadini hanno dovuto sopportare è intollerabile e ingiustificabile: qualcuno dovrà pagare il conto. L’entità dei danni? Al momento non siamo in grado di definirla in modo attendibile, le amministrazioni comunali coinvolte ci aiuteranno a stilare il bilancio».
Ma come sarà motivata la richiesta di calamità? «Senza enfasi né retorica, sarebbe sciocco paragonarci ai morti della Sardegna, ma la categoria calamitosa comprende gli eventi atmosferici eccezionali, come il nostro, perciò il riconoscimento da parte del Governo è un atto dovuto. Aggiungo che possiamo sollecitare il risarcimento a testa alta, visto che il Veneto versa ogni anno a Roma 21 miliardi di tasse».
Ma il Veneto non ha nulla di cui rimproverarsi? L’assenza di generatori autonomi di corrente ,persino negli alberghi di lusso cortinesi, è a dir poco sconcertante... «Sì, se ci fossero stati là dove dovevano esserci, non si sarebbero verificati i problemi che abbiamo avuto. A Cortina d’Ampezzo, poi, siamo candidati, con ottime chance, ad ospitare la Coppa del mondo di sci e non ci possiamo permettere queste figuracce. Comunque, non c’è soltanto l’aspetto turistico: penso a tutte le comunità rimaste isolate nelle valli, sono quelle che hanno risentito i disagi maggiori. Paradossalmente, stavolta, Cortina ci ha aiutato dal punto di vista mediatico, evitando che calasse il silenzio su quanto avveniva in Cadore e nel Comelico. È stato un black-out infrastrutturale, apprezzo la volontà di Enel di avviare un’indagine tecnica sull’accaduto, sappiano però che noi tuteleremo in ogni forma i diritti dei veneti».
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