La Regione vuole ridare i servizi sociali ai Comuni
Il capoluogo si è già messo all’opera per trovare una soluzione adeguata mirando a costituire una società ad hoc. E tra le ipotesi si pensa anche a Sersa
BELLUNO. «Se la Regione Veneto, come pare, è intenzionata a restituire ai Comuni i servizi sociali, dobbiamo iniziare a pensare a come potremmo fare per gestire anche questa partita che ad oggi, per la maggior parte, viene seguita dall’Usl su delega degli enti locali».
Si dicono a dir poco preoccupati il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro e l’assessore comunale ai servizi sociali, Valentina Tomasi per gli eventuali sviluppi paventati dalla giunta veneta in merito alla gestione di un servizio che riguarda la persona in ogni fase della vita e che, in una provincia disagiata, difficile e anziana come quella montana, è sempre più importante e fondamentale.
Per questo il Comune capoluogo ha deciso di correre ai ripari e di studiare, in anticipo, «come gestire i servizi oggi delegati all’azienda sanitaria nel caso in cui palazzo Balbi dovesse mettere in pratica la sua intenzione di restituire ai municipi le deleghe sociali».
Lo studio è funzionale a capire anche se Sersa, ad esempio, visto che la società gestisce già parte di questi servizi per conto del Comune, potrebbe, eventualmente fungere da “contenitore” per gestire in modo associato per conto di vari comuni queste deleghe.
«Stiamo valutando varie opportunità e varie ipotesi», spiega Tomasi, «anche sulla scorta delle esperienze dei territori a noi limitrofi. Abbiamo visto ad esempio che Feltre ha già costituito un’azienda per questo scopo delegandole i servizi sociali, altri si stanno organizzando con aziende speciali, come è accaduto anche in Agordino. Noi abbiamo preso in esame anche la realtà friulana, a noi vicina, che si è organizzata con aziende sociali realizzate ad hoc. Insomma, stiamo spaziando a 360° per capire come muoverci».
«Sicuramente non ci muoveremo da soli come capoluogo, ma insieme ad altri enti locali. Pensiamo, infatti, a quelli più piccoli che da soli non potranno certo sostenere anche questo onere. Ecco che quindi un’azienda che metta insieme varie realtà è quella più consona. Ma il cammino è appena iniziato, ne stiamo discutendo in maggioranza. La strada è lunga, ma viste le intenzioni non tanto nascoste di Venezia, intendiamo non lasciarci cogliere impreparati e iniziare fin da ora a ragionare sulla questione».
Un ragionamento che arriva anche in concomitanza con la scadenza di alcune delle cariche all’interno della società Sersa.
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