La Regola del Monte Salatis certifica il suo legname

Chies, la realtà alpagota fa da apripista con Veneto Agricoltura e Belluno nel gruppo Pefc “Foresta amica” che promuove la gestione sostenibile del bosco

CHIES D’ALPAGO. La Regola del Monte Salatis è stata inclusa da Coldiretti Belluno nelle prime tre realtà bellunesi che fanno parte del gruppo Pefc “Foresta amica” per la gestione forestale sostenibile.

L’associazione degli agricoltori ha infatti ritenuto utile mantenere e sviluppare il processo di certificazione forestale fin qui promosso dalla Regione come progetto pilota creando il “Gruppo Pefc”, composto da coloro che hanno sottoposto i propri boschi a certificazione.

La Regola del Monte Salatis, pur disponendo di un minor numero di ettari di bosco rispetto al Comune di Belluno e Veneto Agricoltura (che condividono con questa l’appartenenza al gruppo per complessivi 10.401 ettari), opera già da tempo per una gestione forestale sostenibile per rimettere in piedi la filiera del legno che si sta riducendo sempre più, ha sottolineato Coldiretti «a vantaggio dei paesi stranieri».

«Il nostro prodotto», ha spiegato il presidente della Regola, Carlos Zanon, «è frutto di una filosofia che privilegia la sostenibilità e la garanzia del consumatore, utilizzando solo legno veneto tracciabile». La Regola del Monte Salatis e la Scuola del legno di Sedico hanno già avviato progetti pilota con l’obiettivo di mettere in rete varie realtà afferenti direttamente o indirettamente al settore della foresta legno/ambiente. Come il “tagliere delle Dolomiti”, di cui sono stati realizzati 300 pezzi utilizzando legno Pefc (proveniente da foreste sostenibili e controllate dalla Regola di Monte Salatis) e distribuiti su tutto il territorio nazionale in un’ottica di promozione: «Il faggio è stato lavorato in filiera corta e dal bosco è passato direttamente alla segheria».

La Regola del Monte Salatis, come tutte le proprietà collettive montane, per poter mantenere e migliorare il proprio patrimonio boschivo necessita di investimenti importanti e di continue spese per la manutenzione della propria viabilità, dentro e fuori dal bosco. Anche gli investimenti effettuati dalla Regola per la costruzione e la manutenzione di piste silvo pastorali rientrano infatti tra gli interventi prefissati dallo Statuto che mette al primo posto il miglioramento del patrimonio agro-silvo-pastorale e la tutela dell’ambiente.

«Pertanto», ha precisato Zanon, «nell’ottica di una programmazione a medio-lungo termine tali opere consentono di accedere in maniera più sicura e meno onerosa al bosco, avvantaggiando inoltre i Regolieri nel reperimento della legna».

La sostenibilità insomma non è una novità per la Regola: «Rappresentiamo una proprietà collettiva antichissima in cui da millenni si pratica la coltivazione degli alberi nel più rigoroso rispetto della natura e dell’ambiente».

Ezio Franceschini

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