La rete dell’emergenza salva una donna infartuata

BELLUNO. Salvata da un infarto grazie al pronto intervento del personale del Pronto soccorso e alla pronta attivazione della rete di professionisti che vede Belluno e Treviso agire sempre più in maniera coordinata.
Dopo l’episodio della ragazzina del Comelico colpita da ictus, un’altra vicenda si è risolta nel migliore dei modi in provincia di Belluno, grazie alla corretta gestione del paziente e del problema che lo riguardava.
A raccontare l’episodio è il primario del Suem 118 di Pieve di Cadore, Giovanni Cipolotti. «Qualche giorno fa, intorno alle 12.30, al Pronto soccorso di Pieve di Cadore si è presentata una donna di 58 anni. Lamentava un forte dolore toracico, che dopo poco si è trasformato in arresto cardiaco».
Un arresto causato da una fibrillazione ventricolare: «Immediatamente», continua il primario, «la donna è stata trattata e defibrillata al Pronto soccorso; nonostante la terapia, però, la paziente non si riprendeva. A questo punto è stata allertata l’équipe dell’elisoccorso che, una volta giunto sul posto, ha continuato le manovre di rianimazione iniziate dai colleghi - massaggio cardiaco e respirazione artificiale - servendosi di una apparecchiatura speciale in uso al servizio del Suem, vale a dire un massaggiatore automatico (chiamato Lucas 2) che garantisce il massaggio esterno in modo efficace e ininterrotto».
Il massaggio è durato per un’ora, il tempo per volare dal Cadore fino al Ca’ Foncello di Treviso: «Qui, tramite il coordinamento delle centrali operative del Suem, era già stata allertata l’équipe della Cardiologia-Cardiochirurgia, che ha provveduto a sottoporre la paziente a una circolazione extra corporea. Il tutto è avvenuto in appena 90 minuti, compreso il tragitto e l’applicazione della terapia extra corporea», precisa il primario Cipolotti, che conclude: «La paziente è rimasta in circolazione extra corporea per otto giorni, dopo i quali è stata dimessa, viste le ottime condizioni generali, senza alcun problema neurologico».
«Questo è il secondo caso, gestito dalle strutture del Dipartimento dell’urgenza-emergenza dell’Usl 1, che testimonia come una corretta organizzazione possa garantire sopravvivenza e riduzione degli esiti invalidanti anche in persone colpite da patologie acute in località del Veneto lontane dagli ospedali dotati di alte specialità», sottolinea lo stesso primario del Suem 118, che ritiene fondamentale l’intervento dell’elicottero «per poter far arrivare il paziente nell’ospedale meglio attrezzato nel minor tempo possibile».
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