«La ricetta? Alberghi aperti tutto l’anno»
BELLUNO. Eurac, un altro cavallo di Troia di Bolzano per assoggettare il turismo bellunese all’Alto Adige? «No, Eurac è il meglio della ricerca e della programmazione del marketing turistico», risponde Federico Caner, assessore regionale al turismo. «È una società privata che ha tutto l’interesse a qualificarsi per neutralità rispetto alla Provincia di Bolzano. Piuttosto bisognerà pretendere e dare collaborazione, perché le scelte di investimento di quei 5 milioni e 400 mila euro siano le più azzeccate possibile».
La Regione Veneto, dunque, non teme Bolzano, come altri in provincia di Belluno. Chiama però i bellunesi a una radicale conversione, quella che la fantasia di Eurac non potrà che suggerire. Lo dice l’assessore Caner.
Quale conversione, Caner?
«Quella di Arabba, dove la maggior parte degli alberghi riaprirà ai primi di maggio per la stagione estiva? Chiudendoli, si badi, a ottobre. Poi un mese di sosta e via con l’inverno. Quindi alberghi aperti quasi tutto l’anno. Da Eurac facciamoci spiegare come si fa».
Lei lo sa già?
«No, ma le intuizioni che ho maturato le ho già comunicate agli operatori bellunesi. E gli impiantisti, con il presidente Rrenzo Minella, le hanno subito capite. Spero che le travasino».
Proviamo a esemplificare.
«È evidente, ad esempio, che se continuerà a non nevicare sarà inutile costruire nuovi impianti per lo sci e che quelli che ci sono vanno riconvertiti per la stagione estiva».
Che cosa sta immaginando? Magari rifugi alpini con la sauna?
«Perchè no? L’estate sulle nostre Dolomiti è una stagione che sembra di ripiego. Invece riacquista centralità, dato il clima che sta cambiando. Se lo sport della bicicletta si sta ampliando nelle dimensioni conosciute, è evidente che noi dobbiamo attrezzare gli impianti di risalita per il trasporto della bici. E questi impianti vanno riaperti in relazione a una nuova offerta di rifugi alpini, di malghe, di sentieri più comodi da percorrere, magari anche di sentieri parlanti come quelli del Cai. Va incrementata e qualificata l’enogastronomia in quota. In malga potranno esserci anche specifiche offerte culturali e ricreative. Non invento nulla. In Trentino Alto Adige già si procede in questa direzione».
Ma non si paga un impianto d’estate.
«Certo, bisogna organizzare una serie di eventi di richiamo. Ma impianto ed eventi richiamano turisti anche in valle, quindi consentono agli alberghi di vivere. E non solo per i primi 15 giorni di agosto. Se Arabba, ad esempio, riapre ai primi di maggio fino a ottobre, non lo fa per autolesionismo. Ecco perché ci aspettiamo risposte anche dal piano marketing di Eurac».
La preoccupazione di queste ore, nel Bellunese, è che Bolzano proponga un turismo, soprattutto nelle aree di confine, che abbia ricadute sul proprio territorio.
«Non accadrà. All’Eurac c’è gente serie. Bisogna, però, che il Bellunese sappia fare sinergia. Non può essere, ad esempio, che i sindaci decidano da soli all’interno della Dmo, escludendo o comunque tenendo lontani i privati, gli albergatori, i ristoratori, gli stessi Consorzi. I sindaci devono saper coinvolgere, insieme alla Provincia, tutti i soggetti e proporre loro ad Eurac ciò che è meglio fare. 5 milioni e 400 mila euro non sono pochi».
Eurac, dunque, non ipoteca il futuro turistico di Belluno?
«Assolutamente no. Suggerisce, propone. È la Dmo che poi realizzerà il tutto. Ma è importante che gli operatori bellunesi assumano la visione della società di Bolzano che riesce a guardare e a osservare oltre i propri confini. È indispensabile uno scambio di informazioni e di esperienze. Si avrà così modo di capire che è inutile insistere per nuovi impianti, magari posizionati al sole, come quelli di cui ho sentito parlare. Non abbiamo più un euro da buttare, semmai nel passato qualcuno ha fatto questa fine. Altro convincimento che ci dobbiamo dare: lo sci deve trovare completamento in altre attività anche d’inverno, perché da solo non basta».
E la Regione veneto starà a guardare?
«No, asseconderà questa tendenza sul piano legislativo, accompagnando le trasformazioni che si renderanno necessarie. Ripeto, sul piano legislativo e anche su quello dei finanziamenti».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi