La rinascita del Parco: Mis, Candaten e poi tocca a Valle Imperina

Vigne: «Vanno valorizzati anche il museo Rossi a Belluno e la Val Canzoi». Ha ripreso il cammino il piano del Parco

BELLUNO

«Il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi deve essere protagonista nel territorio. Parlo di progettualità riguardante temi specifici e capacità di saper promuovere le proprie bellezze. Il lavoro svolto in questi mesi va verso tale direzione».

Ennio Vigne parla a ruota libera. E lo fa da presidente di un ente che negli ultimi tempi i cittadini avvertivano sempre più lontano. Al contrario di quanto avviene ora, parlando con gli stessi operatori commerciali e turistici legati a questa realtà. Che ci sia stato un importante risveglio delle attività del Parco sul territorio, è innegabile, da Candaten, alla valle del Mis. Trovare i gestori per le due zone è stato fondamentale.

«Prima da commissario e ora da presidente sto vivendo un’esperienza nuova e divertente. Tra l’altro il direttivo e i dipendenti formano un bel gruppo di lavoro con il quale operare».

Quali passaggi compiuti dalla sua elezione avvenuta a dicembre la rendono più felice?

«L’aver sbloccato una serie di situazioni da tempo stagnanti. Alcune delle quali non sono visibili al pubblico, ma pesano molto. Mi riferisco in particolare agli aspetti formali, come ad esempio il nostro regolamento che sta ora seguendo l’iter di approvazione della Giunta regionale, e il Piano del Parco, ripartito dopo essere rimasto fermo in Regione dal 2016».

L’ingresso nella Dmo come va letto?

«Un passo strategico, affiliandoci a chi dà visibilità al territorio attraverso professionisti del settore. D’altronde la legge riguardante i parchi parla chiaro: ci dobbiamo occupare di tutela e promozione. In Provincia di Belluno, ma anche nel Veneto, possiamo davvero rappresentare il fiore all’occhiello nei confronti di chi viene da fuori».

D’altronde, mai come quest’anno, i turisti hanno riscoperto cosa possiamo offrire loro.

«Il Covid – 19 sta imponendo di pensare ad un turismo diverso da come lo pensavamo in precedenza. Se noi saremo capaci ed intelligenti nel mostrare quanto interessante può essere il bellunese, le persone torneranno volentieri anche una volta lasciata alle spalle la pandemia. Non dimentichiamo poi Mondiali 2021 e Olimpiadi 2026: due eventi in grado di cambiare per decenni il nostro futuro».

Tra gli argomenti centrali della sua presidenza sappiamo esserci il tema della “porta dell’Agordino”.

«Esatto. Da alcune settimane siamo partiti con la valorizzazione di Candaten e l’area ristoro, gestita da Venice Dolomiti, è già decollata. Al tempo stesso, lì accanto, ha riaperto l’ufficio turistico gestito quest’anno solo dal Parco, in collaborazione con la Pro Loco di Agordo. Ma proprio in questi giorni stiamo valutando come allargare il coinvolgimento dell’intero territorio in questione. Il prossimo anno poi intendiamo riaprire Valle Imperina ed a breve presenteremo la scheda relativa alla realizzazione della tratta Castei – Valle Imperina».

Altre novità?

«Prosegue il ragionamento con il comune di Longarone per spostare il punto informativo – stazione dei carabinieri forestali, attualmente ospitata a Termine di Cadore. Stiamo inoltre lavorando in merito alla centralità del museo Rossi su Belluno capoluogo della montagna veneta. Infine, è alle battute iniziali il dialogo con Cesiomaggiore, orientato alla valorizzazione della Val Canzoi. Parliamo di un’area che può compiere lo stesso percorso, in termini di servizi, della Valle del Mis, pur partendo da alcuni passi più dietro».

Chiudiamo con un tema “scottante”: il lupo.

«Secondo noi il giusto equilibrio lo si può trovare, partendo dal presupposto che si tratta di un animale che mancava sul territorio da ormai un secolo». —

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