La ripresa lentissima dei ristoranti di Belluno: «Si vedono i turisti ci manca il catering»
BELLUNO
Nei ristoranti bellunesi la ripresa è lenta, difficoltosa, ma comincia a farsi vedere. C’è chi festeggia per la riapertura dei confini regionali, chi ritrova i clienti storici e chi vede un po’ di normalità almeno nei weekend. Ci sono le norme per il distanziamento, ma la gente dimostra di voler tornare a pranzo e cena fuori, lasciando accesa, così, la speranza per il futuro dei locali.
«Il periodo continua ad essere “tranquillo”, nel senso che il lavoro non è ancora tornato ai livelli del pre-chiusura», spiega il titolare della Taverna, Massimo Simionato, «al momento registriamo il 50-60% del nostro fatturato abituale: è ancora basso, ma in rialzo rispetto al primo periodo di riapertura». A trainare la ripresa del locale sono soprattutto i clienti da fuori provincia e regione: «Ho sempre lavorato in modo particolare con turisti o lavoratori in trasferta, che si fermano in città per la notte», continua Simionato, «la situazione ha iniziato a migliorare dopo la riapertura dei confini, quando si è cominciato a vedere più movimento, che con il tempo sta anche pian piano aumentando».
Risolta, infine, anche la gabola legata all’uso dell’aria condizionata, che in un primo momento sembrava dover minare l’intera stagione estiva dei ristoranti e dei negozi: «Inizialmente era stato imposto di non utilizzarla, perché basandosi sul riciclo dell’aria non si poteva assicurarne l’igienizzazione. Questo però rischiava di far stare i clienti al caldo durante i mesi estivi», conclude Simionato, «fortunatamente è stato precisato che è sufficiente fare una pulizia continua dei filtri dell’impianto di areazione per poterlo utilizzare e questa è un’operazione che possiamo effettuare da noi, senza l’intervento di ditte esterne».
Torna il sorriso anche al ristorante Dolada di Plois in Alpago: «C’è tanta gente che ha voglia di tornare alla normalità e, anche tra i nostri clienti, tanti sono già venuti a trovarci nell’ultimo periodo», commentano i titolari, «diciamo che i numeri cominciano ad essere simili a quelli del pre-Covid».
Sono soprattutto i clienti storici a non riuscire più a resistere lontano dai piatti del ristorante, un amore che si era visto già durante la chiusura, quando era stato attivato il servizio a domicilio: «I clienti più fidelizzati tornano volentieri, siamo mancati per tanto tempo e ora stiamo lavorando bene, fortunatamente non abbiamo dovuto ridurre i tavoli, perché già prima del coronavirus erano molto distanziati tra loro. Siamo felici, perché già a Pasqua, con il delivery, a portare i piatti a casa delle persone sembrava di far loro un regalo, ci hanno fatto capire quanto siano apprezzati il nostro lavoro e la nostra qualità. È stato quasi commovente».
Le note dolenti, però, arrivano dal fronte del catering e delle prenotazioni alberghiere: «La nostra struttura vive anche grazie al servizio di catering e, mancando le cerimonie, i convegni e gli eventi in generale, il lavoro è fermo», continuano, «anche l’albergo (legato al ristorante) sta registrando pochissime prenotazioni per i prossimi mesi. Speriamo che con il passare del tempo la paura diminuisca e la gente si muova di più».
Movimento a giorni alterni per la pizzeria Mirapiave in centro a Belluno, gestita da Vittoria e Salvatore: «Sabato sera e nei weekend va bene, ma a mezzogiorno vediamo molta meno gente del solito», spiega la titolare, «siamo a circa la metà del lavoro del pre-crisi, calcolando che abbiamo una trentina di posti in meno in sala rispetto a prima».
Anche qui, però, si è cominciato a vedere maggior movimento col passare delle settimane: «Inizialmente avevo anche solo uno o due clienti per volta, adesso arrivano le prime famiglie e qualche gruppetto di amici. Inoltre in questo periodo c’è qualche ragazzo che festeggia la fine dell’anno scolastico con i propri compagni, quindi riusciamo a riempire sempre meglio i tavoli».
Situazione che va via via stabilizzandosi, almeno nei fine settimana, anche al ristorante Al Borgo: «Durante la settimana è difficile riempire tutti i posti, anche se ridotti, ma nei weekend vediamo già più movimento», spiega Luca Viel, «ora servirebbe una mano dal meteo, perché abbiamo provato a giocare sugli spazi all’aperto per offrire più posti a sedere possibili, ma se continua a piovere e a far freddo è difficile riuscire ad utilizzarli».
Continua anche Al Borgo il servizio di asporto e di consegna a domicilio: «Mancando le cerimonie e i grandi eventi, proseguiamo con il delivery, che per fortuna sta andando bene e chi si è abituato a stare a casa continua ad utilizzarlo», conclude Viel, «ora aspettiamo di vedere se nei prossimi giorni ci saranno novità sul fronte dei regolamenti per poter ospitare gruppi più numerosi». —
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