La rivoluzione diocesana è già partita: delle 16 foranie ne restano soltanto sei

Cortina, Cadore e Comelico si fondono, un solo soggetto in Agordino e nel Feltrino, Alpago va con Zoldo e Longarone 
La santa messa e il saluto del nuovo vescovo ai bellunesi
La santa messa e il saluto del nuovo vescovo ai bellunesi

BELLUNO

«Il nostro futuro è nel Vangelo». Questa, senza tanti se e altrettanti ma, la prospettiva d’impegno pastorale che il vescovo mons. Renato Marangoni ha dato alla Chiesa di Belluno Feltre. Una prospettiva scontata? Nient’affatto, in un momento in cui si moltiplicano le chiusure e la convivenza diventa più complessa. Ecco, dunque, che il vescovo e il Consiglio pastorale, hanno deciso di darsi anche una nuova organizzazione; rinnovati quasi tutti i consigli parrocchiali, si procederà alla riduzione delle foranie da 16 a 6 e nei prossimi mesi si implementeranno le collaborazioni fra più parrocchie, tante con un unico parroco residente. Mons. Marangoni, inoltre, sta preparando la sua prima visita pastorale.



Nell’alta provincia si fonderanno in un’unica realtà foraniale l’Ampezzano, il Cadore e il Comelico. Cortina continuerà ad avere un parroco con il titolo di decano, come a Pieve di Cadore continuerà l’Arcidiacono. Il Decanato di Ampezzo e l’Arcidiaconato del Cadore, dunque, resteranno sulla carta. E nella storia. Longarone, lo Zoldano e l’Alpago costituiranno un’unica forania. Così pure Belluno. E allo stesso modo Santa Giustina e Sedico, oggi articolate in due realtà foraniali. Il Feltrino passa dalle tre foranie di Feltre, Lamon e Pedavena a una soltanto. Agordo concentrerà quelle di Agordo, appunto, Canale, Rocca Pietore e Livinallongo. Ci sono state mobilitazioni, in questi giorni, per mantenere il Decanato di Livinallongo. Il titolo rimane, ma l’operatività no, perché in realtà era un solo sacerdote che si riuniva con se stesso. La forania disporrà di un Coordinamento foraniale, composto - per ora - dai parroci e dai vicepresidenti dei consigli pastorali. Le due figure di riferimento sono il vicario foraneo, nominato dal vescovo, e il Delegato foraniale, uno dei vicepresidenti dei CPP scelto dal Coordinamento stesso. A differenza di un tempo, la Forania rappresenterà decine di comunità.



Le parrocchie sono 158. Nessuna verrà soppressa, anche se manca il parroco. E in alcune situazioni non c’è ormai da lunghi anni. 123 parrocchie sono già associate, hanno un sacerdote “a scavalco”. Quando va bene, il parroco è a servizio di due realtà, ma ci sono casi in cui provvede anche a otto parrocchie, come nello Zoldano. Solo 36 parrocchie sono impostate come nel passato con un parroco esclusivo. Pur mantenendo le specifiche identità, ci sono parrocchie che hanno eletto un consiglio pastorale parrocchiale unitario e che, dunque, collaborano nella catechesi dei ragazzi e in altre iniziative pastorali. I nuovi “orientamenti pastorali’ non escludono specifici riconoscimenti istituzionali; nelle diocesi confinanti esistono le Unità pastorali o le Collaborazioni pastorali. Agli inizi del nuovo anno pastorale, tra settembre ed ottobre, come primo segno diocesano di riconoscimento dei consigli pastorali parrocchiali appena costituiti o rinnovati, è in programma in ogni forania un incontro assembleare. La visita pastorale è in agenda per l’anno 2019-2020. —



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