La salma dell’alpinista in viaggio verso casa

La procura ha dato il nulla osta e nelle prossime ore si deciderà per i funerali La moglie di Marco Michielon portata all’ospedale di Treviso in stato di choc
Di Gigi Sosso

VAL DI ZOLDO. Marco sta per tornare a casa. La procura della Repubblica ha dato il nulla osta e la salma del 31enne alpinista trevigiano morto sulla Civetta è nella disponibilità della famiglia Michielon. Ieri mattina il padre Rodolfo e il fratello Davide sono saliti da Carbonera in Val di Zoldo per il riconoscimento, mentre la giovane moglie Samira non ha retto al dolore ed è stata portata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, perché in stato di choc. In serata, il corpo del maestro d’asilo di San Giacomo di Musestrelle era ancora nell’obitorio di Forno, ma ormai è questione di ore per i funerali, che si svolgeranno a Casale sul Sile, dove vivono il papà, la mamma Anna e la sorella Alessandra. Sarà don mariano Maggiotto a celebrare la funzione religiosa.

Dopo a tragedia di mercoledì pomeriggio, sulla via Normale della maestosa roccia dolomitica, tra l’alto Agordino e la Val di Zoldo, ieri a San Giacomo di Musestrelle c’era un silenzio che non c’è neanche a quelle quote. Sconvolti i familiari, anche perché era la prima volta che Marco Michielon faceva un’escursione così impegnativa, per di più da solo e, di solito, questo non si fa. Sconvolti i parenti e sconvolti anche i genitori della moglie Samira Qanouni, una 29enne di origine marocchina, che lavora come commessa in un negozio di abbigliamento di Sacile. I due ragazzi si erano sposati solo tre anni fa, con rito civile, nel municipio di Monastier e chissà quanti progetti avevano fatto, soprattutto dopo che l’anno scorso Marco si era laureato in Psicologia, all’università veneziana di Ca’ Foscari.

Per non parlare dei genitori dei bambini dell’asilo parrocchiale di Carbonera. Dallo scorso mese di aprile, Michielon aveva sostituito una maestra in maternità e, in poche settimane, era riuscito a guadagnarsi stima e affetto dei piccoli, a forza di simpatia e dolcezza. Piccoli che forse non sanno ancora che, alla ripresa dell’attività autunnale, non potranno più rivedere questo loro amico dal sorriso contagioso, che avevano imparato a chiamare «Miki».

Chi l’ha visto cadere per un centinaio di metri, dopo che aveva perso l’equilibrio in discesa ha dato l’allarme al 118 del Suem, in un comprensibile stato di agitazione. C’era una comitiva sul ghiaione del passo del Tenente e non poteva chiudere gli occhi. In queste ore, si sta decidendo il giorno e l’ora dei funerali di Marco Michielon. Tre anni dopo il matrimonio.

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