«La scuola si adegui ai ritmi della società»
AGORDO. «L’istituto scolastico, essendo funzione della società, dovrebbe adeguarsi al ritmo della stessa organizzato, nella grande maggioranza dei casi, su cinque giorni e non può sostituirsi ai genitori nel passaggio dei valori fondamentali della vita».
Domani alle 18 in sala “don Tamis” ad Agordo si svolgerà l’incontro promosso dal consiglio dell’istituto comprensivo di Agordo per sviscerare i pro e i contro dell’ipotetico passaggio alla settimana corta (sabato a casa) alle scuole medie a partire dall’anno scolastico 2017-18.
I genitori, tuttavia, dimostrano di aver già deciso, invitano caldamente la scuola ad agire di conseguenza, ricordandole che è al servizio della società e che non le compete la trasmissione dei valori fondamentali della vita.
«Siamo riconoscenti al personale dirigente - dice Stefano Bogo per il comitato dei genitori promotore della settimana corta - per aver saputo organizzare, in tempi così brevi, questo importante incontro, durante il quale saranno date le risposte a tutte quelle domande a cui non abbiamo potuto rispondere in precedenza. Ribadiamo che è una grande opportunità per i ragazzi, la famiglia, la scuola visto che l’attuale contesto sociale è organizzato, nella grande maggioranza dei casi, su cinque giorni lavorativi. I ragazzi dovrebbero poter vivere la propria famiglia e il momento di unione più importante è proprio nel fine settimana».
Domani al tavolo dei relatori siederanno quattro esperti: Fernando Cerchiaro, dirigente tecnico all’Usr Veneto e responsabile per le politiche giovanili dell’Usr Veneto; Gina Doro, già dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Quero; Emilio Guerra, già dirigente scolastico della scuola secondaria di I grado Nievo di Belluno; Cesarina Xaiz, psicomotricista e terapista della famiglia, del laboratorio psicoeducativo di La Valle.
Oltre all’aspetto della dimensione famigliare, i genitori ritengono che la settimana corta sia la via migliore anche per altri motivi. «Non dobbiamo trascurare - dice infatti Bogo - che avere una pausa di due giorni favorisce la buona salute dei nostri figli. Il risparmio economico, dovuto soprattutto alla riduzione dei costi di riscaldamento, non è trascurabile e potrebbe essere reinvestito per il miglioramento dell’offerta formativa».
«La critica più forte - continua poi entrando nel campo didattico - è basata sulla convinzione che ci sia un peggioramento della qualità dell’insegnamento, una perdita di concentrazione e un sovraccarico sui ragazzi; timore infondato viste le eccellenze europee (la Finlandia ha gli studenti più preparati dell’area pur avendo i ritmi scolastici più morbidi), ma anche le realtà italiane che da anni adottano tale orario con ottimi risultati».
I genitori si erano già espressi attraverso un sondaggio non ufficiale il cui esito era stato eloquente: su 345 votanti, 293 sì, 49 no, 3 astenuti.
«Confidiamo nella massiva partecipazione delle famiglie alla riunione di lunedì - conclude Bogo - e chiediamo che venga proposto, in tempi altrettanto rapidi, il sondaggio ufficiale che dovrebbe sancire il definitivo decollo della nostra proposta».
Gianni Santomaso
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