«La sentenza Giancotti non si commenta»

BELLUNO. Condannato il giudice lento. Veloce precisazione della presidente del Tribunale di Belluno, Antonella Coniglio, a proposito del caso Giancotti e del suo versamento obbligato di 20 mila euro...

BELLUNO. Condannato il giudice lento. Veloce precisazione della presidente del Tribunale di Belluno, Antonella Coniglio, a proposito del caso Giancotti e del suo versamento obbligato di 20 mila euro allo Stato: «Non sono stata sentita da parte di nessuno, nemmeno dalla Corte dei Conti, che ha emesso la sentenza», spiega il magistrato, «sembrava quasi che fossi stata io a metterci il carico da undici, ma non è assolutamente così. Posso immaginare che sia stato ascoltato il mio predecessore Sergio Trentanovi, cioè colui che aveva salutato Giancotti, prima del trasferimento in seno alla Corte d’Appello di Venezia».

Trentanovi aveva sottolineato che le «motivazioni delle sentenze sono sempre state molto articolate e raffinate», con tutto quello che può significare in termini di tempi. Coniglio può esprimersi fuori dall’aula: «Per quello che ne so io, il carico di lavoro di Aldo Giancotti era più o meno quello che dovevamo smaltire tutti noi. Dico questo a distanza di tempo e in via del tutto informale, si capisce».

È capitato di dover aspettare anche tre anni le motivazioni di una certa sentenza, quando di solito i giudici si riservano al massimo 120 giorni. Prima di presentare un appello, è il caso che l’avvocato difensore le legga, per essere il più preciso possibile. Senza contare che, più i tempi si allungano e più c’è il rischio che la parcella s’impenni. Evidentemente alcuni imputati si erano lamentati: «L’appello si può fare in ogni caso», osserva Coniglio, «detto questo chi doveva decidere su questa vicenda ha deciso e quello che mi interessava era precisare che non ho dovuto spendere nemmeno una parola, né a favore né contro Aldo Giacotti».

Gigi Sosso

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