La siccità non ferma il “Brusa la vecia”
BELLUNO. Qualche goccia di pioggia è caduta, nelle scorse settimane, ma non è stata sufficiente per risolvere il problema della siccità. Diversi comuni sono ancora in stato di attenzione e restano dunque in vigore le ordinanze per limitare il consumo dell’acqua. Le fontane sono sempre chiuse a Sovramonte, per esempio, ma anche Cencenighe è sotto osservazione.
Ciò nonostante, non ci sono divieti per i falò del Brusa la vecia: la tradizionale manifestazione di metà Quaresima potrà svolgersi senza problemi. Sono solo due, infatti, i casi in cui i falò possono essere vietati: se la Regione emette un’ordinanza perché c’è una situazione di massimo rischio incendi oppure se il sindaco firma un’ordinanza per tutelare la salute pubblica (per il problema delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera). Nessuno di questi due casi si sta verificando, a Belluno.
«La verifica dello stato di pericolosità per gli incendi viene fatta quotidianamente», spiegano dal dipartimento della Protezione civile regionale. «Ad oggi non ci sono livelli di rischio tali per dichiarare la massima pericolosità». Le ultime elaborazioni sono state fatte venerdì e i roghi delle “vecie” si svolgeranno da metà settimana in poi, ma al momento nessuno è stato vietato. Neanche per ragioni di salute pubblica. Ma con un’accortezza: «Invitiamo a bruciare solo legno vergine e non trattato», spiega il sindaco del capoluogo Jacopo Massaro.
«I vestiti e il legno trattato, quando vengono bruciati, rilasciano in atmosfera sostanze nocive, quindi sarebbe opportuno evitarle». Non si vuole vietare quella che è a tutti gli effetti una tradizione del territorio, ma fare in modo che il rogo non crei problemi per la salute dei cittadini.
Sul fronte della siccità, intanto, si attende la pioggia. Non un semplice temporale, perché non sarebbe sufficiente per risolvere la carenza idrica in provincia. Il sindaco di Sovramonte Federico Dalla Torre è preoccupato: «Se andrà avanti così non potrò autorizzare neanche l’irrigazione degli orti, non appena si aprirà la stagione». C’è ancora tempo, i cittadini iniziano a lavorare negli orti a metà aprile, ma a Sovramonte il problema della siccità si è fatto sentire in maniera pesante (come a Cencenighe).
I vigili del fuoco non stanno più facendo rifornimenti idrici, l’ultimo è stato all’inizio del mese a Sappada, ma la situazione resta sotto attenta osservazione: «Le fontane restano chiuse ed è sempre in vigore l’ordinanza per limitare i consumi dell’acqua», ricorda Dalla Torre.
«Per il momento non abbiamo gravi ripercussioni sul mondo dell’agricoltura, ma la pioggia serve. Almeno per una settimana, lenta e costante. Rispetto all’anno scorso c’è anche meno neve in quota, ecco perché la situazione è critica. Speriamo piova». (a.f.)
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