La Soprintendenza boccia i plateatici

Gli esercenti chiedono da decenni strutture fisse da mettere all’esterno dei locali, ma l’ente li considera volumetria

BELLUNO. Metti che vuoi fare un’iniziativa, in un bar e che piova. Capita, a Belluno. E il meteo complica spesso la vita agli esercenti del centro storico, che da anni chiedono al Comune di trovare una soluzione per la sistemazione dei dehors. «Sono almeno trent’anni che se ne parla», aveva detto Mirta Zanolla del Caffè Manin in una recente intervista legata al futuro della città. E in trent’anni nulla si è mosso.

Così, dando un’occhiata a come si sono organizzati i locali, si nota un panorama variopinto: i tavolini dei bar sono tutti diversi, come gli addobbi floreali. Le tende che coprono gli avventori e li riparano dal sole ma anche dalla pioggia sono di varia fattura e colore e molti hanno scelto di montare ampi ombrelloni all’esterno delle attività. Passando alle strutture fisse, tutti hanno optato per le tende trasparenti, ma con intelaiature differenti (a punta o squadrate).

Qualcuno in passato aveva azzardato un progetto per uniformare tutti i plateatici, ma nessuno ha superato il vaglio delle autorità. Anche perché la Soprintendenza non apprezza le strutture fisse e tende a bocciarle quando vengono proposte per un centro storico. «Noi saremmo favorevoli a permettere ai locali di avere strutture fisse per l’inverno, ma la Soprintendenza le considera volumetria che deroga dalla programmazione e non ne permette l’installazione», spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «Mi auguro che l’ottima collaborazione che si è instaurata negli ultimi tempi con l’ente porti a trovare una soluzione».

L’amministrazione non ci pensa proprio a vietare i plateatici: «Una città viva è fatta anche di attività che possono accogliere i turisti e i residenti», ricorda Massaro. «E del resto osservo che in altre città ce ne sono eccome di volumi, anche di terribile fattura. Basta guardare alle strutture allestite nel piazzale della stazione di Venezia, quelle che ospitano le biglietterie e gli info point. Se Venezia ha potuto mettere quegli orrori davanti alle gondole, credo che Belluno abbia qualche chance di trovare una soluzione per i locali del centro».

Quello dei plateatici è un argomento delicato e l’assessore Franco Frison lo affronta in punta di dita: «Le strutture dei bar vanno ad occupare uno spazio pubblico e l’intervento da fare è molto attento ed equilibrato», spiega. «La Soprintendenza non ha permesso neanche in piazza Bra a Verona di mettere strutture chiuse: i bar hanno tutti tende mobili, che si possono ritirare. La soluzione più semplice, per i locali, rimane quella degli ombrelloni, che possono essere collegati fra loro per garantire non entri l’acqua in caso di pioggia».

Gli esercenti, però, vorrebbero strutture fisse, per poterle riscaldare e per fare qualche iniziativa anche in caso di forte maltempo. «Su questo la Soprintendenza è sempre stata chiara: in uno spazio aperto ci deve essere la visione aperta. Dunque niente strutture fisse», continua Frison. Consapevole del fatto che trovare un compromesso, in queste condizioni, non sia per nulla facile. «Al momento siamo in una fase di stallo», ammette, assicurando che si continuerà a cercare una soluzione. Anche se non appare semplice individuarla.

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