La sperimentazione 5G partirà entro breve a La Valle e Vallada

Belluno
Nel Bellunese le sperimentazioni della rete 5G dovrebbero partire prossimamente. Esattamente a La Valle e Vallada. In attesa che le due amministrazioni comunali, di concerto con la popolazione, decidano se la vogliono o no, l’Arpav pubblica sul suo sito le risposte ad alcuni quesiti su una tecnologia che, se da un lato garantisce velocità di trasmissione dei dati molto più alte, dall’altra preoccupa gli utenti per i possibili rischi alla salute.
Dopo aver spiegato che la ricerca si sta sviluppando in diversi settori, tra cui quello della mobilità (introduzione graduale di auto a guida autonoma), quello sanitario (possibilità di fare operazioni a distanza così da intervenire anche in zone dove non ci sono ospedali avanzati) oltre che quelli riguardanti la pubblica sicurezza, il turismo e l’intrattenimento, Arpav sottolinea che dal punto di vista tecnologico con il 5G cambia la modalità di trasmissione, non più “statica” in una determinata area, ma centrata sull’utente o meglio sul dispositivo. «Le nuove antenne», dice, «consentono di ottenere fasci di emissione “dinamici” nel tempo e nello spazio».
In Veneto, al 31 dicembre scorso, sono attivi due impianti con tecnologia 5G sottoposti a controllo preventivo Arpav. La tecnologia 5G lavorerà su tre diverse bande di frequenza: 694-790 MHz, 3. 6-3. 8 GHz, 26. 5-27. 5 GHz. «La prima», dice Arpav, «è destinata ora alla trasmissione televisiva e verrà riassegnata agli operatori di banda larga mobile dopo il primo luglio 2022, le altre due sono frequenze più elevate rispetto a quelle oggi in uso per la telefonia mobile».
Sul tema dei rischi per la salute Arpav dice prima che «la normativa italiana fissa i limiti nella gamma di frequenza 100kHz-300GHz, indipendentemente dalla tecnologia di rete utilizzata. Le tre bande di frequenza che verranno utilizzate per il 5G ricadono all’interno di questo intervallo i cui limiti, individuati dalla normativa italiana per la tutela della salute pubblica, sono tra i più cautelativi d’Europa». Quindi che «fermo restando che gli aspetti sanitari non sono di diretta competenza di Arpav, si ritiene importante segnalare uno studio pubblicato dall’Istituto superiore di sanità che fa il punto sui rischi per la salute legati a campi elettromagnetici. Il rapporto conclude affermando che le evidenze scientifiche oggi non giustificano modifiche sostanziali all’impostazione attuale degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute (cioè gli attuali limiti di esposizione)».
«Le valutazioni preventive dei livelli attesi di campo elettromagnetico e le misure effettuate sul territorio», aggiunge Arpav prima di ricordare che i propri controlli impediranno la crescita indiscriminata dei livelli di campo elettromagnetico, «considerano il livello di campo dovuto a tutti i sistemi per telecomunicazioni presenti intorno all’area di interesse, incluso il 5G, se presente». —
Gianni Santomaso
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