«La spesa di gestione va divisa»

Proposta del sindaco di Forno, e Longarone chiede di riorganizzare il servizio

BELLUNO. «Vogliamo che le case di riposo restino pubbliche o diventino private? Io voglio che restino pubbliche ma per questo è necessario che la spesa di gestione venga partecipata tra tutti i comuni che ne usufruiscono».

Il sindaco di Forno di Zoldo, Camillo De Pellegrin lancia l’allarme sulla tenuta sociale di queste strutture messe a rischio dai continui tagli imposti da Stato e Regione. «A breve dovremo intervenire sulla nostra casa di riposo, che serve tutto lo Zoldano e non solo, per adeguarla alle norme e ci serviranno 2 milioni di euro. Perché non dividere queste somme tra tutti gli enti locali? Anche perché non possiamo pensare di trasferire sugli utenti l’aumento dei costi, altrimenti le strutture si svuotano».

Il comune di Forno ad oggi integra le quote giornaliere dei residenti (54% degli occupanti) di 4 euro. La stessa cosa fa anche il comune di Belluno che estende questo sostegno pure ai non residenti, «ma stiamo procedendo all’eliminazione di questi aiuti», ha detto Massaro. Ma il timore è che se continua così, a rimetterci saranno di più i non residenti che rischiano di vedersi rincarare la retta in modo pesante. Per questo l’assessore Dal Farra propone di tenere il rimborso nell’Usl di provenienza di chi va in una casa di riposo fuori provincia per usufruire così di queste somme.

«Da anni la Regione non adegua il valore economico del rimborso sanitario nelle case di riposo per i non autosufficienti a fronte di un tasso di inflazione degli ultimi anni vicino al 3%. Inoltre, ci sono più posti che impegnative con conseguente riduzione delle entrate a fronte di costi costanti. Per Longarone il contributo regionale sulle impegnative è diminuito di 70mila euro nel 2012 rispetto al 2011. Sono necessarie quindi due operazioni: una rivisitazione della programmazione dell’offerta residenziale perché continuare ad aumentare i posti letto a parità di risorse equivale a un suicidio economico; e una rivendicazione in Regione delle risorse legittimamente spettanti al nostro territorio. Inoltre urge una gestione di rete delle strutture che lasciando la responsabilità in capo ai singoli amministratori locali permetta un abbattimento di alcune tipologie di costi».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi