La storia: Brigata Alpina Cadore in prima linea per 44 anni

Dal Vajont all’alluvione, dai terremoti alla Val di Stava, gli alpini al fianco degli italiani

BELLUNO. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1953, accogliendo le istanze delle popolazioni cadorine che chiedevano la ricostituzione del loro storico reggimento (tutto ebbe inizio a Pieve di Cadore con l’arrivo, il 23 marzo1873, della 14ª Compagnia Alpina, antesignana di quello che poi fu, con l’espansione e il successo dell’idea delle truppe territoriali ideate dal Perrucchetti, il 27° Battaglione “Cadore”, composto dalle cpp. 67ª e 68ª a Pieve e 65ª ad Auronzo), viene disposta la costituzione della Brigata Alpina “Cadore”, con alle proprie dipendenze, oltre al 7º Alpini, il 6º Artiglieria da Montagna, reggimento quest’ultimo che raccoglie le tradizioni degli artiglieri cadorini del vecchio 5º Reggimento.

La Brigata è dislocata con i suoi reparti nel territorio della provincia di Belluno, con comando alla caserma Fantuzzi, costruita ancora nel 1890. A formare il suo organico è chiamato il 7° Reggimento Alpini, con comando alla caserma Salsa, mentre il Battaglione “Pieve di Cadore” si insedia alla caserma Calvi di Tai di Cadore.
Nel 1956 viene ad aggiungersi il Battaglione “Feltre”, dislocato alla caserma Zannetelli di Feltre, e negli anni seguenti seguono altri reparti ancora.

"La penna dell'alpino" cantata dal Coro Adunata a Belluno

L’organico definitivo della Brigata prevede, oltre al Quartier Generale e ai Servizi, il 7º Reggimento alpini (con Compagnia Comando, 7ª Compagnia Mortai, Battaglione “Feltre”, “Pieve di Cadore”, “Belluno”), il 6º Reggimento Artiglieria da Montagna (con Reparto Comando e Gruppi “Lanzo”, “Agordo”, “Pieve di Cadore” e “Contraerei”), la Compagnia Genio Pionieri, la Compagnia Trasmissioni e il Plotone Alpini Paracadutisti. Questo organico subirà negli anni numerosi aggiustamenti, tra i quali vogliamo ricordare la costituzione della Sezione Aviazione Leggera “Cadore” e del Battaglione Alpini da posizione “Cadore” nel 1957.

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Nel 1963, in seguito al disastro del Vajont, la Brigata interviene per prima a Longarone in soccorso alla popolazione colpita e per l’impegno dimostrato i suoi reggimenti vengono decorati con Medaglia d’oro al valor civile. L’intervento della Brigata si ripete nel 1966, in occasione delle violente alluvione nel bellunese.
Per tutti gli anni ‘60, oltre alla normale attività addestrativa, la Brigata partecipa regolarmente alle operazioni di ordine pubblico in Alto Adige, per combattere il terrorismo separatista. Nel 1975, nel contesto di una ristrutturazione generale che interessa l’intero esercito italiano, la Brigata subisce un ridimensionamento, che prevede tra l’altro l’abolizione del livello reggimentale e lo scioglimento del 7º Alpini e del 6º Artiglieria da Montagna, le cui bandiere di guerra passano rispettivamente al Battaglione “Feltre” e al Gruppo “Lanzo”. Seguono quindi la soppressione del Gruppo “Pieve di Cadore”, il passaggio del “Ral” al costituendo 4º Raggruppamento Ale “Altair” e altri ridimensionamenti ancora.

Nel 1976 la Brigata interviene in Friuli in soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto, partecipando anche alla successiva opera di ricostruzione delle strutture. Ulteriori operazioni di soccorso si hanno nel 1980, in occasione del terremoto in Irpinia e in Basilicata, e nel 1985, in seguito alla catastrofe della Val di Stava.
Nel 1991 si assiste a un’ulteriore riduzione dei reparti e vengono sciolti la Compagnia Controcarri e il Gruppo “Agordo”, mentre il Battaglione “Belluno” viene trasformato in via sperimentale in 16º Reggimento “Belluno”. Nello stesso anno, durante la Guerra del Golfo, reparti della Brigata vengono utilizzati per presidiare obiettivi sensibili in Veneto e Puglia.

Nel 1992 viene ricostituito il 7º Reggimento Alpini, il 12º Reggimento Alpini e il 6º Reggimento Artiglieria da Montagna, basati rispettivamente sui Battaglioni “Feltre”, “Pieve di Cadore” e “Lanzo”, e l’anno successivo la Compagnia Genio Guastatori confluisce nel Reparto Comando e Trasmissioni, che diventa Reparto Comando e Supporti Tattici.

Sempre negli anni ‘90 la Brigata partecipa a numerose operazioni di ordine pubblico (“Vespri Siciliani” in Sicilia, “Riace” in Calabria e “Forza Paris” in Sardegna) e a vari interventi di soccorso in seguito a pubbliche calamità, come ad esempio in Piemonte nel 1994. Nel 1995 lo scioglimento del 6º Reggimento Artiglieria da Montagna e la contrazione del 12° Reggimento Alpini rendono ormai palese a tutti la fine imminente.
Così, dopo una solenne cerimonia tenutasi il 10 gennaio 1997 in piazza dei Martiri a Belluno, il 31 gennaio viene sancito ufficialmente lo scioglimento della Brigata Alpina “Cadore”. Rimangono in vita solo il 7º Alpini e il 16º “Belluno”, che passano alle dipendenze della Brigata Alpina “Julia”. Con la soppressione nel 2004 anche del 16º “Belluno”, rimane in vita ad oggi il solo 7º Alpini che, trasferitosi nella storica sede di Belluno, la caserma “Salsa D’Angelo” e alimentato da militari di leva volontaria, continua a tramandare le tradizioni della disciolta Brigata Alpina “Cadore”.
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