«La storia del gelato? Parte dal Cadore»

VALLE. «La storia del gelato parte dal Cadore, questo è poco ma certo; e, dunque, né da Zoldo e né da Longarone».
A dirlo è Gabriele Soravia, di Venas, gelatiere da generazioni, emigrato in Germania e attuale campione nel “Guinness World Records” per il suo primato nel lancio delle palline di gelato. Soravia interviene in punta di piedi nella polemica che si è aperta tra zoldani e longaronesi per fregiarsi del titolo di “Città del gelato”, ma con la sua dichiarazione ci mette quello che si può definire un bel “carico da 90”.
«Fatta quella che ritengo una doverosa precisazione», aggiunge Soravia, «obiettivamente la locazione di Longarone come “Città del gelato” dovrebbe far felici tutti i bellunesi senza sterili polemiche. I gelatieri, infatti, non sono solo gli zoldani, ma ce ne sono appunto anche di cadorini; per questo credo che Longarone, per la sua centralità e per il fatto che ospita la Mig, sia un ottimo compromesso come “Città del gelato”. La denominazione “Città del gelato” può o potrebbe sfruttarla comunque qualsiasi Comune facente parte dell'associazione “Città del gelato”, che tutela il gelato artigianale e valorizza un prodotto tipico italiano. Sono “Città del gelato”, ad esempio, anche Cesena in Emilia Romagna, Napoli in Campania, Modica in Sicilia e altre. Qui da noi lo sono Longarone, Forni di Zoldo, Zoldo Alto, Pieve, Valle e Zoppe; stranamente manca Cibiana. Possiamo quindi dire che Longarone è stato più sveglio di altri», sottolinea Soravia, «ma, se si vuole essere pignoli, la storia del gelato sicuramente non appartiene a Longarone, che però è attualmente il Comune più vivo e impegnato nel settore. Ora, se si leggono i giornali, si nota che intervengono esclusivamente i gelatieri zoldani; ma voglio ricordare che ci sono gelatieri da generazioni anche in Cadore, in Alpago e in Agordino. La storia del gelato parla di un primo gelatiere bellunese nel 1820, un certo Tomea, di Zoppè ma con parentele a Venas, che andò a Vienna e iniziò la sua attività di gelatiere. Nel 1903 ci fu il brevetto del cono gelato a New York da parte di Italo Marchioni, di Peaio, frazione di Vodo, dunque nè Zoldo e nè Longarone. In quegli anni l'emigrazione all'estero continuò e, nel 1953, si ha traccia di Olivo di Venas che aprì una gelateria a Belgrado. Durante gli anni dopo la tragedia del Vajont, ad esempio, la fiera del gelato fu organizzata a Pieve di Cadore. Negli ultimi anni», continua Soravia, «i vincitori della coppa d'oro del gelato al Mig per quanto riguarda i bellunesi sono stati un De Lorenzo di Tai, un Talamini di Vodo e altri del Cadore. C'è poi ovviamente il record di Dimitri Pancera, di Zoldo, nel 2009; ma, come si vede, non è tutto Zoldo. Anzi. Sono poi molte le iniziative in Cadore legate al gelato, non ultima “Il gelato in rosa” a Venas per la pedalata in rosa in vista del Giro d'Italia. I gelatieri», conclude Soravia, «non sono solo zoldani, e quindi va dato atto che Longarone come polo dello sviluppo del gelato artigianale deve rendere felici tutti». (a.s.)
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