La storia della città in due edifici simbolo, Bembo e Botegon
BELLUNO. Mille e cento luoghi aperti al pubblico per due giorni, 40 mila volontari apprendisti ciceroni, il patrimonio nascosto del Paese rivelato al grande pubblico. Tornano nel prossimo fine settimana le Giornate di primavera dei Fai, il Fondo ambiente italiano, che da 27 anni promuove la conoscenza e il recupero delle bellezze italiane. . Quest’anno la delegazione del Fai bellunese propone due visite in città, a Palazzo Bembo e al Botegón. Nel primo caso si tratta di un’anteprima, perché entro fine anno, dopo un lungo restauro, il Bembo riaprirà al pubblico. Il Botegón, invece, è un edificio privato, anch’esso ristrutturato da poco.
L’appuntamento è per sabato 23 e domenica 24, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 12 e alle 17.30). Verrà richiesto un contributo di 3 euro per sito. Per accedere a Palazzo Bembo il punto di ritrovo è in piazzetta Pellegrini, qui ci saranno gli studenti del liceo classico Tiziano e dell’istituto Follador-De Rossi di Agordo a fare da guida. Per il Botegón bisogna arrivare nella piazzetta di Borgo Piave, nei pressi della chiesa di San Nicolò e a fare da guida saranno i ragazzi del liceo Renier che potranno anche tradurre la spiegazione in inglese, in spagnolo e perfino in Ladino Lavallese. A Borgo Piave, inoltre, ci sarà un doppio evento nell’evento: nella vicina sala sotto il porticato, infatti, sarà aperta la mostra “Piave, un amico irrequieto” con ingresso gratuito per i visitatori Fai, ma ci sarà anche una rievocazione storica del tempo degli zattieri con balli e costumi tradizionali a cura del gruppo folcloristico Nevegal (domenica dalle 15 alle 17) oltre a una dimostrazione di scherma tradizionale (sabato dalle 15 alle 17).
«I due palazzi aperti per questa edizione», spiega il capo delegazione del Fai bellunese, Adriano Barcelloni Corte, «sono fortemente legati alla storia della città e di sicuro interesse. Il Bembo è stato residenza, seminario, ospedale cittadino e sta per diventare la sede del museo archeologico. Il Botegón, invece, è stato per secoli il punto di riferimento del porto fluviale di Belluno, Borgo Piave era la zona commerciale della città e nel palazzo si trovavano la bottega dei materiali per la fluitazione, una taverna, degli uffici e un’abitazione».
Antonio Gheno, della delegazione Fai, aggiunge: «Ci siamo focalizzati sulla promozione culturale, artistica e paesaggistica e ci auguriamo che questo possa essere un evento di rilancio di un quartiere centrale, Borgo Piave, ma poco conosciuto nonostante i suoi elementi di grande pregio». È toccato a Giorgio Reolon illustrare i due siti, annunciando anche che il Fai, in questo 2019, si concentra sui beni sopra i 1000 metri: è il progetto Alpe Fai per far crescere e rivivere la montagna italiana nelle sue attività storiche. In provincia di Belluno verranno recuperate le trincee e l’allevamento della vacca da latte di razza Burlina sul Col de Spadarot del monte Fontana secca a Quero Vas. Infine, l’assessore all’urbanistica Franco Frison, ha ricordato il piano di recupero del complesso dell’ex Ospedale, di cui Palazzo Bembo fa parte: «Il Bembo è il paradigma della rigenerazione urbana, di come possano cambiare le funzioni di un edificio nel corso della storia. Questo accade solo con le architetture di qualità, che hanno il pregio di poter essere trasformabili del tempo, mentre la cattiva architettura può solo essere abbattuta». —
I.A.
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