La tassa di soggiorno porta 1,4 milioni a Cortina: «Daremo più servizi ai nostri alberghi»
Quasi l’83% degli introiti della tassa di soggiorno deriva dai pernottamenti negli alberghi; il 6,9% dagli appartamenti; il 2,68% dai rifugi; il 6,37 % dai campeggi e lo 0,6% da agriturismi e bed&breakfast. I dati sono stati snocciolati ieri mattina in consiglio comunale, durante l’approvazione del bilancio consuntivo del 2018.
È stato il sindaco Gianpietro Ghedina a soffermarsi sull’imposta di soggiorno, che nel primo anno di applicazione ha portato nelle casse comunali un milione e 430 mila euro.
Ma la relazione non è piaciuta al gruppo di minoranza, che ha votato contro l’approvazione del bilancio: «Bisogna chiarire dove vengono investiti i proventi derivanti dalla tassa di soggiorno», ha sottolineato il capogruppo Giorgio Da Rin, «perché, come abbiamo consigliato più volte, i soldi incassati andrebbero utilizzati nella promozione e nei servizi ai vacanzieri. Va anche fatta un’analisi sugli introiti, perché, avendo 4 mila posti letto alberghieri rispetto alle migliaia di appartamenti, la differenza tra gli introiti è troppo elevata».
La tassa di soggiorno, come ha spiegato il sindaco, che ha tenuto per sé il referato del Bilancio, è servita anche a sanare i conti. Gli introiti sono stati investiti nella promozione tramite Cortina Marketing per 750 mila euro, per pagare il servizio di Skibus (176 mila euro), per corriere Dolomitibus (18 mila euro) e per alcune manifestazioni turistiche come il Boat.
«Come ho avuto modo di spiegare a Roberta Alverà, presidente dell’associazione Albergatori», premette Ghedina, «per il 2018 gli incassi li abbiamo investiti in settori turistici. Alcuni come lo Skibus venivano pagati anche prima, è vero, ma noi con questa operazione abbiamo riportato il bilancio comunale a uno stato di salute. Oggi abbiamo i conti finalmente in ordine, approvati entro i termini di legge, cosa che non avveniva da anni. Nonostante il grande lavoro fatto dal commissario straordinario Carlo De Rogatis, abbiamo ereditato un Comune in fase di pre-dissesto e in questi anni lo abbiamo portato ad avere i conti in ordine. Le scorse settimane abbiamo avuto un nuovo confronto anche in Corte dei Conti, dove è stato sottolineato che da un pre-dissesto siamo passati ad avere tutti i parametri positivi, e un fondo di garanzia, una sorta di tesoretto (circa 7 milioni di euro ndr), che ci consente di lavorare con serentià nel futuro e di non aumentare le tasse».
«Se non avessimo investito parte della tassa di soggiorno per servizi turistici come gli autobus», prosegue Ghedina, «avremmo dovuto aumentare le imposte. Ricordiamo che l’Imu ricavata dagli alberghi, essendo la tariffa al 7,6 per mille, va tutta a Roma. Potevamo portarla al 10,6 e tenere in Comune la parte in più, ma non abbiamo voluto gravare sulle tasche dei nostri imprenditori».
Per il futuro una parte della tassa sarà destinata a garantire benefici a chi pernotta in albergo. «Grazie soprattutto agli albergatori abbiamo introitato 1,4 milioni di euro», conclude Ghedina, «e questo si trasformerà in servizi per i vacanzieri degli hotel: stiamo pensando ad offrire autobus gratis o altre offerte». —
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