La testimone riconosce Guido con gli amici a Cortina nel ’75
BELLUNO. «Gianni Guido in quei giorni era a Cortina con due amici». La testimone ascoltata dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” non ha dubbi: Guido, tirato in ballo da Angelo Izzo nelle sue dichiarazioni ai magistrati circa i presunti rapimento, stupro e omicidio di Rossella Corazzin, nell’estate 1975 si trovava a pochi chilometri da Tai di Cadore, dove il 21 agosto la 17enne di San Vito al Tagliamento scomparve nel nulla.
Tante le coincidenze, ma anche le contraddizioni, che continuano a emergere sulla vicenda. Mancano, però, i riscontri decisivi. La testimone allora aveva 27 anni, era impiegata in un’autofficina di Cortina: «Entrò una Fiat 127 targata Roma, beige o bianca, dalla quale uscirono tre ragazzi. Uno, ne sono sicura, era Gianni Guido» ha detto a “Chi l’ha visto?”, davanti a una foto dell’epoca di Guido, «li ricordo per il loro modo spavaldo, arrogante, maleducato, di chi si sente eterno e non ha considerazione di te perché ti ritiene una nullità, perché lavori. Lui era carino, oltre che prepotente».
Un mese dopo la sparizione di Rossella, il bagagliaio di una Fiat 127 bianca conteneva il corpo privo di vita di Rosaria Lopez e della sopravvissuta Donatella Colasanti: l’epilogo del massacro del Circeo a opera della triade Izzo-Guido-Ghira. A Cortina c’è Ca’ del Poncio, appartenente alla famiglia Guido, ora disabitata: Izzo dice che nei giorni della scomparsa di Corazzin la casa ospitò Guido e alcuni amici, che avrebbero rapito Rossella, in seguito condotta alla villa sul Trasimeno dove si sarebbe consumato lo stupro di gruppo, in una sorta di rito iniziatico.
Perché tre “ragazzi bene” avrebbero cercato la loro preda nella più modesta Tai di Cadore? All’epoca, nella località, c’era un ristorante rinomato, il forte di Col Vaccher, ora abbandonato ma al tempo di forte richiamo. I tre potrebbero – è una delle ipotesi della trasmissione – aver conosciuto Rossella andandoci? Corazzin giunse a Tai sabato 16 agosto 1975, giovedì 21 uscì di casa e scomparve. Nel mezzo, anche una lettera a un’amica che parlava di un certo “Gianni”, studente di legge, diventato amico ma nulla di più: era Guido? Confidenze o fantasie per “farsi grande”? Le giornate di Rossella trascorsero tra passeggiate e fotografie.
La zia di Rossella, Giuseppina Trevisan, ricorda un episodio. Lei e i genitori di Rossella raccolsero in auto quest’ultima, che stava passeggiando sola: alla zia era apparsa seccata della privazione della solitudine. E c’era Dora, deceduta, all’epoca negoziante: vide una ragazza col golf verde sulle spalle salire in una jeep (non una 127), stretta tra due uomini, era addormentata o non stava bene.
Letizia Lopez, sorella di Rosaria, è certa: quanto dice Izzo va approfondito. Perché potrebbe essere vero, perché giustizia sia fatta. Guido, ai microfoni, ha negato il rapimento: «Ma certo che no». (a.s.)
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