“La val che urla” alla Mostra del cinema: nel cast Luca Zanfron e altri due bellunesi

Il fotografo è comandante di una stazione dei Forestali: «Un’esperienza bellissima, dopo quella di “Vajont”»



“La val che urla” alla mostra del cinema di Venezia. Il film, un noir prodotto da LiLLa Film per la regia di Lucia Zanettin, è stato girato in diverse location, fra le quali la Valle del Vanoi e Taibon agordino. Ma il Bellunese è coinvolto non solo per i suoi panorami: recitano nel film Luca Zanfron, la feltrina Fiammetta Nena e la cesiolina Silvano Vignaga.

Ci sono voluti 45 giorni di riprese, in ventitré location, per giungere alla fine del lavoro, pronto a sbarcare a Venezia, alla 76a edizione della Mostra Internazionale del Cinema che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre. Il 30 alle 12, nello spazio della Regione Veneto all’hotel Excelsior al Lido, sarà presentato il trailer ufficiale, alla presenza degli attori Piergiorgio Piccoli, Guenda Goria, Diego Carli e Luca Zanfron.

Per Zanfron si tratta della seconda esperienza di questo genere, dopo quella nel film “Vajont” di Renzo Martinelli. «Il lavoro è iniziato più di un anno fa ed è stata un’esperienza bellissima», racconta. «In “Vajont” il mio ruolo era soprattutto quello di scattare foto, non avevo molti dialoghi. In questo film invece ho un ruolo più importante». Ovvero quello di comandante di una stazione del Corpo forestale dello Stato (il film è ambientato nel periodo precedente all’incorporazione del CfS nei carabinieri). «Ho avuto una grandissima collaborazione da parte dei forestali bellunesi, che mi hanno fornito le divise e tutto il materiale necessario per interpretare questo ruolo», continua Zanfron.

Il film, un noir dalle tinte fosche, è ambientato in un piccolo paese di montagna. Il protagonista è un ingegnere cinquantenne, che in seguito alla perdita del lavoro fugge dalla città e ritorna nei luoghi conosciuti da bambino, per cercare un momento di serenità. Ma viene coinvolto in una sequenza di omicidi legati alla sua infanzia.

L’atmosfera cupa di una valle montana, circondata da una natura selvaggia, lontana dai circuiti turistici, s’intreccia con un ambiente claustrofobico, dove la neve condiziona il succedersi degli avvenimenti, fino al colpo di scena finale, dove i fatti non sono come erano sembrati fino a quel momento.

«Durante le riprese abbiamo dovuto combattere anche con Vaia e i danni che ha provocato nel nostro territorio», continua Luca Zanfron. «Molti luoghi sono cambiati dopo il passaggio della tempesta, ed è stato necessario in alcuni casi modificare le location. Il film è stato girato in giornate nuvolose, con la neve, per dare quell’atmosfera noir che fa da sottofondo a tutta la storia».

Alcune scene sono state girate a Taibon, nella sede di RadioPiù, con Mirko Mezzacasa e Claudio Fontanive chiamati ad interpretare una versione inedita di loro stessi. La radio avrà un ruolo importante nella trama, perché sarà la voce degli appelli diramati durante le indagini per l’omicidio sul quale indagherà il personaggio di Zanfron.

Per vedere il film nella sua interezza bisognerà aspettare ancora qualche mese. A Venezia sarà presentato il trailer, un’occasione per incuriosirsi nell’attesa della prima proiezione ufficiale. —



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