La Valle del Piave si candida a patrimonio dell'Unesco
Non è propriamente un "sito", né un edificio, un paese o un'oasi naturale, è piuttosto un percorso, una direttrice geografica e culturale che ha segnato profondamente la storia del territorio e che ancora oggi rappresenta in molti sensi il "cordone ombelicale" che lega la laguna al resto del Veneto, attraversando le campagne e risalendo fino alle Alpi.
LA CANDIDATURA. E' proprio per queste sue particolarità che la valle del Piave, con i suoi paesaggi unici e le sue innumerevoli eccellenze, spera ora di poter essere inserita nel novero dei "patrimoni dell'umanità" stilato dall'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
ATTIRARE I PRIVATI. La candidatura del bacino fluviale è stata formalizzata già lo scorso 28 febbraio, ma adesso, per ricordare i prossimi passaggi di questo lungo iter e sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica in merito (magari riuscendo anche ad attirare investitori e imprese private) la questione è tornata protagonista a palazzo Grandi Stazioni, a Venezia.
SACRO ALLA PATRIA. Qui, per discutere con i rappresentanti del comitato promotore è intervenuto lo stesso assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corrazari. Il Piave, già fiume "sacro alla Patria", assieme ai suoi dintorni risponderebbe a tre criteri fondamentali individuati dalla stessa Unesco: racconta di un "importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale"; costituisce un "esempio straordinario" di "luoghi, paesaggi e architetture"; è infine associato ad "avvenimenti, tradizioni vive e opere artistiche dotati di un significato universale eccezionale".
Riconoscere poi ufficialmente il valore di quei circa 220 chilometri che attraversano le provincie di Venezia, Treviso e Belluno vorrebbe anche dire completare un reticolo di aree protette.
I MAGNIFICI SEI. In Veneto, infatti, esistono già sei siti Unesco: la laguna, Vicenza e le ville palladiane, l'orto botanico di Padova, la città di Verona, le Dolomiti, i siti palafitticoli preistorici delle Alpi.
"Da quando, sette anni fa, le Nazioni Unite hanno rivolto la loro attenzione ai cosiddetti 'paesaggi culturali', luoghi in cui è evidente l'interazione storica tra uomo e natura, noi combattiamo per inserire nella categoria la valle del Piave - ha spiegato Giuliano Vantaggi, presidente del comitato promotore - lungo questo fiume i crociati tornavano a Venezia dalla Terrasanta, sempre grazie alle sue acque l'Arsenale della Serenissima riceveva legname e materie prime dalle montagne.
GRANDE GUERRA. "E, ancora, proprio sul greto del Piave si è deciso un capitolo imprescindibile della prima Guerra Mondiale. Andando dalle sorgente alla foce, infine, si possono incontrare numerosissimi esempi di arte e architettura firmati dai massimi esponenti di ogni epoca: è in questo percorso che si incontrano le opere di Tiziano e di Canova, ad esempio, sperimentate in campagna prima di approdare nella capitale della Repubblica Veneziana".
GRANDI NOMI. "La valle del Piave ha saputo sedurre intellettuali come Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Goffredo Parise - hanno ricordato poi i membri dei comitati scientifici e tecnici Giovanni Campeol e Mario Maffucci, nel loro impegno affiancati da noti esperti quali Philippe Daverio, Ulderico Bernardi, Alberto Cecchetto e da professionisti come Oscar De Bona, Francesco Dotta e Mariano Sannito - non dimentichiamo che questo è anche un territorio di eccellenze enogastronomiche, dall'asparago ai formaggi, passando ovviamente per i moltissimi vini".
OBIETTIVO 2018. "Come Regione ci siamo già mossi in questa direzione con una delibera nel 2015 - ha sottolineato infine Corrazari - il nostro obiettivo sarebbe riuscire a coniugare questo percorso con Unesco con il centenario della Grande Guerra, magari proprio con la celebrazione della conclusione delle ostilità e della battaglia di Vittorio Veneto, nel 2018".
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