L'abbraccio di Belluno agli alpini del Settimo Reggimento
Chiusa la missione in Afghanistan costata 5 vite umane, la città ha accolto da eroi gli alpini in piazza dei Martiri alla presenza di autorità civili e militari. Il sindaco Prade ha conferito la cittadinanza onoraria
Il riotorno del settimo alpini. Il sottosegretario alla difesa Giuseppe Cossiga
BELLUNO. Il Settimo è tornato a casa. Sventola ancora il tricolore in piazza dei Martiri a Belluno, dove sono stati salutati i reparti che negli ultimi sette mesi sono stati in missione nei distretti di Bakwa e del Gulistan, in Afghanistan.
Una missione «per portare pace, sicurezza e speranza al popolo afgano», ha detto il colonnello Paolo Sfarra, comandante delle truppe nel sud est del paese. Ma anche una missione che ha richiesto un prezzo molto alto, quello delle cinque vite di Gianmarco Manca, Marco Pedone, Francesco Vannozzi, Damiano Ville e Matteo Miotto, che sono stati ricordati in ogni intervento.
In tribuna ad applaudire i reparti schierati nel cuore della città c'erano le massime autorità civili, militari e religiose, parlamentari e senatori, il Prefetto, il comandante delle truppe alpine Alberto Primicerj e il sottosegretario alla difesa Giuseppe Cossiga.
Il sindaco Prade, dopo aver ricordato il «legame indissolubile tra Belluno e gli alpini», ha conferito al Settimo Reggimento la cittadinanza onoraria. Gli alpini sono tornati a casa, e i bellunesi non hanno mancato di tributare loro l'affetto e la riconoscenza dell'intera città.
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