L’abbraccio fraterno della città di Belluno al dottor “Tita” Arrigoni

Tanta gente in Duomo per dare l’ultimo saluto al medico che è stato un pioniere nel mondo del volontariato

Gigi Sosso

BELLUNO. Tanta gente all’ultimo saluto a Gianbattista Arrigoni. Pieno il Duomo, per rendere maggio al medico dentista, che Belluno è stato uno dei pionieri del volontariato.  Accanto alla bara in legno chiaro, coperta da un cuscino di girasole, c’erano gli stendardi di Rotary Club, Bellunesi nel Mondo e Comitato d’Intesa, oltre che una rappresentanza del Circolo Culturale Bellunese. Ma soprattutto c’erano i bellunesi, guidati dal vicesindaco Paolo Gamba, che in tutta una vita hanno potuto apprezzarne non soltanto la grande professionalità nel lavoro, ma anche una generosità non comune, quando si toglieva il camice. Oltre ai figli e ai nipoti, alla fine della messa concelebrata da don Paolo Cavallini e don Lorenzo Sperti, l’hanno ricordato gli amici di sempre, come Ernesto Riva, che era stato con lui tantissime volte all’ospedale internazionale di Wamba, in Kenya (una delle sue tantissime iniziative umanitarie) e Angelo Paganin del Cantiere della Provvidenza, che l’ha descritto come un vero maestro di vita. Da qualsiasi lato lo guardavi.

“Tita” Arrigoni aveva ereditato questo spirito dal padre Enrico, un collega che alle 6.30 della domenica mattina andava a messa, nella chiesa di Santo Stefano, e poi curava i denti di chi non poteva permettersi di pagarlo. Avrebbe tanto voluto esserci anche la moglie Paola, che però è ancora ricoverata all’ospedale San Martino, dopo aver lasciato la camera iperbarica di Mestre, in seguito all’inalazione del monossido di carbonio sprigionato dal quadro elettrico, incendiato dal fulmine caduto sulla villa di Salce, nella notte tra lunedì e martedì. E’ stata ricordata anche la cagnolina Lea, che ha perso a sua volta la vita ed è stata per alcuni anni un’amica fedele di Gian Battista e Paola. Un’impagabile compagnia per una famiglia, che è sempre stata molto unita.

Lasciata la cattedrale con i parenti e gli amici più stretti, la tumulazione è avvenuta in forma privata.

Argomenti:BELLUNO

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi