L’Abm punta al museo del nordest
BELLUNO. L’Associazione bellunesi nel mondo ricorda il disastro della miniera di Marcinelle avvenuta sessant’anni fa, in cui morirono in modo atroce 262 minatori, in grandissima parte italiani. Fra i nomi delle vittime anche quello di un bellunese: Dino Della Vecchia di Sedico.
La commemorazione, che si è svolta davanti al monumento dell’emigrante in via Cavour alla presenza delle autorità locali e di un nutrito gruppo di persone, è stata anche l’occasione per promuovere la raccolta di firme portata avanti dall’Abm per promuovere Belluno come sede di un museo dell’emigrazione del nordest, legato al museo nazionale dell’emigrazione di cui è stato recentemente deciso lo spostamento da Roma a Genova.
«Ho già parlato con il ministro Franceschini – ha spiegato il deputato bellunese Roger De Menech – e l’idea di creare una rete di musei divisi per macroregioni e aree tematiche gli è piaciuta. Personalmente penso che il Veneto sia stato un protagonista assoluto nel fenomeno dell’emigrazione nel secolo scorso e sono sicuro che Belluno, oggi, sia la realtà più organizzata e pronta di tutto il Triveneto per ospitare una struttura come quella cha abbiamo pensato».
Oscar De Bona, presidente dell’Abm, ha sottolineato come sia importante valorizzare le specificità di ogni macro area nel raccontare la storia degli emigranti: «Belluno deve poter mettere in primo piano il suo passato che in alcuni casi, come per il gelato, rappresenta anche il presente della sua emigrazione».
Le possibili sedi individuate per la realizzazione del museo sono palazzo Minerva, l’ex sede della Banca d’Italia o un’ala di palazzo Bembo, per poter legare il più possibile l’esposizione al cuore della città. «Poche altre realtà possono offrire di meglio e nessuno, per ora, si fa avanti. Ad ogni modo, anche se venissero proposte delle alternative, siamo pronti a lottare per raggiungere lo scopo. Per noi questo progetto si lega, oltre che alla storia d’Italia e del Veneto, anche all’offerta culturale delle Dolomiti – continua De Bona - pensiamo ad esempio a che flusso turistico di qualità potrebbe sviluppare questo museo: ogni famiglia di emigrati, tornando a visitare i paesi d’origine, troverebbe un luogo che racconti la storia loro e dei loro antenati».
La scelta di Belluno rappresenterebbe per l’Abm il riconoscimento di una lunga storia di studio e ricerca sul tema dell’esodo locale: «L’associazione vanta cinquant’anni di storia – racconta Marco Crepaz – e abbiamo sempre creduto nel trasmettere questa nostra esperienza ai giovani».
Fabrizio Ruffini
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