“Laboratorio imprese”, avviate cinque attività

Di cui due aziende gestite da altrettante donne e tre di lavoro autonomo Al progetto, sostenuto dal Fondo sociale europeo, hanno partecipato 10 persone
gian paolo perona- perona- belluno- nuove iniziative imprenditoriali- marta reolon
gian paolo perona- perona- belluno- nuove iniziative imprenditoriali- marta reolon

BELLUNO. Due imprese, una di estetista e una di progettazione e commercializzazione di mobili per la casa, e tre attività di lavoro autonomo per lo più legate all’organizzazione di eventi in montagna. È questo il risultato del progetto “Laboratorio impresa” che rientra nelle iniziative venete “Imprendiamo: nuove idee per nuove imprese” cofinanziato dal Fondo sociale europeo gestite in collaborazione con la sezione Formazione della Regione e realizzato tramite il Ceis.

Il piano era rivolto a 10 persone interessate all’avvio di attività imprenditoriali, ma alla fine «solo due donne hanno avviato un’impresa», ha sottolineato Mariangela Segat, coordinatore del Centro italiano di solidarietà di Belluno. «Però tutti e 10 i partecipanti hanno sviluppato un business plan con cui poi dare avvio all’attività. Le due imprenditrici hanno ottenuto anche un contributo per spese di costituzione e di promozione delle attività pari a circa cinquemila euro, mentre gli altri tre hanno aperto una partita Iva e non una vera e propria impresa, per cui non hanno beneficiato di contributi». Il progetto prevedeva interventi formativi di gruppo e attività di counselling e di coaching individuale per sostenere le persone nel realizzare un’idea di impresa, nel promuovere il proprio prodotto o servizio con campagne di marketing e nel costruire un business plan sostenibile. Sono state organizzate 93 ore di gruppo e 300 di accompagnamento individuale.

Tre gli obiettivi di questo progetto: sostenibilità, persona al centro, ma anche utilizzo e realizzazione di prodotti che rispettino la natura. «La crisi è importante perché impone il cambiamento. Sono contento di questo progetto», ha detto anche don Gigetto De Bortoli del Ceis, «perché siamo riusciti a mettere in moto la fantasia del fare impresa e vorrei che questo fosse da stimolo anche per altre imprese», ha detto ricordando le parole di papa Francesco in merito all’importanza del lavoro, della persona e del rispetto della natura e dell’interrelazione.

A seguire da vicino i partecipanti al progetto c’era anche Alberto Borin, di Padova, da anni collaboratore del Ceis e consulente per le start up. «Quando uno ha la volontà di realizzare i propri sogni e si fa aiutare, i risultati si vedono e le cose riescono bene, realizzando, anche in un momento di crisi, la propria attività. Speriamo soltanto che la Regione creda ancora in questa iniziativa per imprese sostenibili e di successo. E le donne si sono dimostrate molto più propense al rischio degli uomini».

Paola Dall’Anese

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