L’accusa dei sindacati: «Nessun politico difende i lavoratori»
BELLUNO. Non si ferma la protesta dei dipendenti della Provincia di Belluno. Il governo ha alleggerito il taglio del personale previsto per palazzo Piloni ma i sindacati ribadiscono: non è così che si riforma la pubblica amministrazione. E rincarano la dose. «Se c’è ancora la politica nel bellunese batta un colpo» spiegano in una nota unitaria i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Belluno, Ludovico Bellini, Franco Lorenzon e Carlo Viel.
Sono giorni concitati per la pubblica amministrazione. La legge di stabilità, che contiene nuovi tagli alle finanze e stavolta anche al personale delle Province italiane, è stata approvata dal Senato e ora attende il Sì della Camera. «La Delrio sembra essere carta straccia alla luce dei tagli previsti nella legge di stabilità» fanno notare i sindacati, «norme che non prendono in considerazione i protocolli d’intesa a garanzia dei servizi e sulla salvaguardia dei posti di lavoro, infischiandosene totalmente del destino dei dipendenti pubblici e dei bisogni dei cittadini».
«Dove sono i politici, quelli che erano per l’abolizione della Provincia e anche chi era contro?» si chiedono i segretari, «nessuno oggi, oltre alle forze sindacali, difende, senza strumentalizzazioni ma entrando nel merito delle questioni aperte, i lavoratori di Palazzo Piloni. Da tempo i sindacati chiedono insieme una riforma seria della pubblica amministrazione, coraggiosa e fatta di scelte importanti che non ha nulla a che vedere con tagli lineari, blocco delle assunzioni e mancato rinnovo dei contratti».
«Non ci soddisfa il principio del taglio lineare» aggiunge Anna Orsini, segretario generale aggiunto della Cisl, «senza una riorganizzazione delle competenze rispetto ai compiti che ci sono da fare. È una situazione di confusione generale: c’erano degli accordi e un percorso e ora mi chiedo quale sia il progetto organizzativo».
Secondo il nuovo cronoprogramma previsto dalla legge di stabilità i dipendenti in esubero, il 30% dell’attuale organico, avranno due anni per essere ricollocati in altri settori della pubblica amministrazione. Solo nel 2017 scatteranno le procedure di mobilità - con il conseguente tagli degli stipendi del 20% - e che procederanno fino al 2019. A quel punto il governo punta ad aver riassorbito tutti i lavoratori.
Una prospettiva che non rassicura i dipendenti di palazzo Piloni che continuano con la loro protesta. Ieri ed oggi il gazebo si è spostato in piazza Martiri, domani sarà nuovamente di fronte a palazzo Piloni. Sempre domani una delegazione sindacale sarà presente all’incontro dell’Unione delle Province a Treviso. Un appuntamento al quale i sindacati invitano anche amministratori e parlamentari bellunesi.
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