L’addio a Serena Zanella: «Vita senza invidie ed egoismi»

Il ringraziamento del sindaco Perenzin a tutti quelli che hanno tentato di salvarla. Duomo gremito per sostenere la famiglia, al termine un lunghissimo applauso
FELTRE. «Una brava persona, che ha condotto una vita senza invidie e senza egoismi». Nella sintesi di don Valerio Maschio, parroco di Tomo che ieri ha pronunciato l’omelia funebre, si è illuminato il ritratto di Serena Zanella, la giovane donna che ha perduto la vita a soli 45 anni per una tragica fatalità sulle Vette feltrine, che conosceva tanto bene. Attorno alla famiglia straziata di Serena, si sono stretti in tanti. Una presenza partecipe, commossa ma silenziosa, perché nessuno è riuscito a prendere la parola, dal pulpito: il dolore è ancora troppo forte e troppo bruciante, ha detto il sindaco Paolo Perenzin che, facendo forza su se stesso, ha coraggiosamente salutato per tutti Serena, citando aneddoti e frasi riferite dalla stessa quando le veniva rilevata questa positiva compulsione alla montagna, di giorno e di notte.


«Chi te lo fa fare, Sere, di andare in montagna e di tornare con il buio? », ha citato il sindaco Perenzin, evocando la presenza di Serena anche nelle risposte che dava, dalla sua impostazione filosofico-animistica. «Solo pochi capiscono, e io sorrido». Quello di ieri, coinciso con l’ultimo saluto all’escursionista amatissima da colleghi e amici, è stato anche il momento di ringraziare, e lo ha fatto il sindaco Perenzin, tutti quelli che si sono adoperati per cercare di salvare la vita a Serena, dall’amico William al soccorso alpino, e a tutti quelli «che hanno voluto manifestare, anche tramite social network, la compartecipazione al dolore della famiglia per un perdita vissuta dalla città come gravissima».


«Siamo stati fortunati a conoscere Serena che ci ha aiutato a riflettere sui valori della vita», ha detto nell’omelia don Valerio. «Aveva una fede tutta sua impostata sull’onestà e sulla limpidezza morale, la limpidezza della sua vita. Per lei crediamo che ora si sia aperta la porta di una vita migliore. Il valore di una vita non si misura dal numero degli anni, ma dalla capacità di risposta al disegno di Dio».


In tantissimi, i colleghi del commercio cittadino hanno voluto essere presenti al funerale di Serena. Ogni negozio ha affisso sulla vetrina il saluto, listato a lutto, “Ciao Serena”. E ieri, in cattedrale, l’omelia è stata pronunciata mentre il raggio obliquo di un pomeriggio assolato e sconsolato, accarezzava e scolpiva con i suoi giochi di luce, la bara di larice bianco. Non poteva mancare il “canto della montagna”. Sulle note del Signore della Cime e sullo strazio della mamma Alda, il corteo si è sciolto in lacrime. Ma prima che il feretro proseguisse il viaggio, lo scroscio di applausi per Serena non finiva più, quasi a volerla trattenere.
(l.m.)


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