L’addio a Zanfron testimone silenzioso della vita bellunese
BELLUNO. «Quando se ne va una persona come Bepi, testimone della vita delle nostre comunità, si porta via anche qualcosa di noi». È con queste parole che don Marco De March, parroco di Castion, ha introdotto la sua omelia durante il funerale di Bepi Zanfron. Il fotografo e fotoreporter bellunese è stato salutato ieri nella sua Castion, in una chiesa gremita di persone. Gente comune, tantissimi amanti della fotografia, amministratori.
C’erano rappresentanze di Longarone e Erto e Casso, le due comunità che devono moltissimo a Zanfron per il lavoro fatto nel disastro del Vajont, sindaci e consiglieri comunali. C’era anche l’ex sindaco di Belluno Maurizio Fistarol, che nel 1999 consegnò a Zanfron il premio San Martino. C’erano gli alpini, con i quali Zanfron aveva un rapporto speciale, tanto che la famiglia ha voluto mettere sulla bara proprio un cappello con la penna nera.
«Oggi la nostra chiesa si è riempita per il saluto al nostro Bepi», ha esordito don Marco. «Quello di oggi è un omaggio ad un uomo che con la sua presenza attenta ha saputo testimoniare la vita delle nostre comunità. Ognuno di voi è qui per un motivo e la vostra presenza è un omaggio a quello che Bepi Zanfron ha saputo essere. Attraverso il suo obiettivo ha immortalato un’infinità di avvenimenti, belli ma anche drammatici».
Uno su tutti, il Vajont, che anche don Marco ha ricordato nella sua omelia. «Quell’esperienza lo segnò, del resto non si può rimanere indifferenti di fronte a una simile tragedia». Ma don Marco ha voluto ricordare Zanfron non solo come professionista.
Dietro la macchina fotografica c’era un uomo, un marito, un padre, un nonno. «Bepi era una persona buona, semplice, alla mano. Di lui ricorderò sempre il sorriso». Uno dei suoi tratti distintivi, che tutti ricordano.
Anche il figlio Luca ha voluto tracciare un breve ricordo del padre. Lo ha fatto attraverso una testimonianza di un uomo che aveva conosciuto Zanfron a Longarone, vicino alla diga. Un ricordo legato al Vajont, un altro dei numerosi che si accavallano.
Un brivido ha percorso la navata centrale alla lettura della preghiera dell’alpino. Un omaggio al Zanfron alpino. E mancava la tromba, ma è stato l’organo a intonare le note del Silenzio, per accompagnare il feretro nel suo ultimo viaggio. Direzione il cimitero di Visome dove Bepi Zanfron riposerà.
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