Ladri ai supermercati: scarcerata la mamma ai domiciliari il figlio

Così ha deciso il giudice Sgubbi nell’udienza di convalida degli arresti dei due rumeni colti in flagranza di reato
gian paolo perona- perona- belluno refurtiva in questura
gian paolo perona- perona- belluno refurtiva in questura

BELLUNO. Scarcerata la madre, arresti domiciliari in provincia di Rovigo per il figlio. Così ha deciso il giudice Vincenzo Sgubbi nell’udienza di convalida degli arresti dei due rumeni arrestati in flagranza di reato dalla squadra volante della Questura di Belluno. I due fermati (lui, R.V. di soli 20 anni ma con una fedina penale chilometrica, dal carcere di Baldenich, lei, P.E. di 41 anni, dalla Giudecca, a Venezia) sono arrivati ieri poco dopo le 12 al tribunale di Belluno sul cellulare della polizia penitenziaria. Sono saliti al terzo piano del palazzo di giustizia, assistiti dal loro avvocato di fiducia Michela Grande del foro di Bologna, che ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Dopo circa un’ora, il giudice si è espresso, rimettendo in libertà la donna, ma trattenendo agli arresti domiciliari il figlio ventenne.

I due erano stati presi nel parcheggio del Lidl di Sedico, mentre sotto il giubbotto e nella borsetta occultavano 27 prodotti rubati, per un valore di circa 160 euro. Ma come se non bastasse i poliziotti si erano fatti aprire anche il cofano dell’automobile dei ladri, rinvenendo l’intera refurtiva: 40 scatolette di tonno, 20 confezioni di ricariche per rasoi, un centinaio di repellenti spray per zanzare e una cinquantina di ricariche per spazzolini elettrici. Un bottino di circa 1500 euro, sequestrato assieme ai 185 euro che uno dei malviventi custodiva nel portafogli, senza essere in grado di precisarne la provenienza.

Per entrambi, madre e figlio rumeni, erano quindi scattate le manette. L’arresto era stato eseguito in flagranza di reato (per furto aggravato in concorso continuato) nel primo pomeriggio di mercoledì, quando madre e figlio avevano appena messo a segno il terzo colpo della giornata.

Proprio per la pericolosità sociale e la possibile reiterazione del reato, nei confronti di madre e figlio (che pur senza fornire documenti hanno dichiarato di avere residenza a Roma ma di essere domiciliati a Cavanella Po, in provincia di Rovigo) il questore Michele Morelli aveva già formalizzato, al momento dell’arresto, al prefetto la richiesta di un decreto di espulsione coatta, da attuarsi in caso di scarcerazione.

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