L’agente non torna al lavoro Rinviato l’incontro a Padova

BELLUNO. Trenta giorni in più di prognosi. L’agente della polizia penitenziaria sequestrato e aggredito da un detenuto nigeriano semi-infermo di mente nell’Articolazione salute mentale del carcere di...
carcere baldenich
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BELLUNO. Trenta giorni in più di prognosi. L’agente della polizia penitenziaria sequestrato e aggredito da un detenuto nigeriano semi-infermo di mente nell’Articolazione salute mentale del carcere di Baldenich, non è ancora in grado di tornare al lavoro, dopo la prima settimana di malattia e un giorno supplementare. L’accusa di lesioni diventa così più pesante. Intanto il sindacato Cgil ha chiesto e ottenuto un rinvio dell’incontro con il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, che era in calendario per mercoledì scorso. La riunione nel carcere Due Palazzi di Padova era stata sollecitata dal sindacato autonomo del Sappe, a cui il provveditore ha assicurato che le parti si rivedranno «a breve».

Bisognava discutere della chiusura di questo reparto o almeno di un coinvolgimento concreto della Psichiatria dell’ospedale San Martino, dal momento che gli agenti devono occuparsi soprattutto di sorveglianza e non sono tenuti ad avere competenze mediche, pur avendo a che fare con questi detenuti: «Non è detto che questo posticipo sia un fatto negativo, perché potrebbe presupporre il fatto che la situazione del carcere di Baldenich vada adeguatamente approfondita», osserva il responsabile del Sappe, Giovanni Vona, «noi abbiamo presentato le nostre richieste e l’unica iniziativa da parte della direzione è stata quella di aumentare da uno a due uomini la sorveglianza all’interno di questa struttura, il che ci ha permesso di venire a capo di un incendio che era stato appiccato il giorno dopo l’aggressione, da un ergastolano veronese. Ma questo non basta, come si può ben capire. C’è bisogno di risposte molto più efficaci e il più possibile veloci».

L’agente aggredito aspetta: «Sono convinto che si tratti di un posticipo dovuto a un necessario approfondimento considerata la delicatezza della situazione. Ci vedremo presto, perché c’è in gioco l’incolumità mia e dei miei colleghi». (g.s.)

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