Laghetti alle Fontane di Sampoi Parte lo studio per il rilancio

L’area un tempo dedicata alla pesca sportiva è stata danneggiata da Vaia Comune e Fondazione Fantastiche Dolomiti lavoreranno per il recupero
Dante Damin

LIMANA

L’amministrazione De Zanet pensa alla riqualificazione degli ex laghetti per la pesca sportiva di Sampoi.

L’area nelle vicinanze del Piave è infatti di grande interesse ambientale, in una zona fluviale interessata da una serie di sorgenti, dove ha operato nel corso degli anni la locale associazione pescasportivi, impegnandosi nella sua valorizzazione attraverso la creazione di un centro di ritrovo per appassionati di pesca e di escursioni. Nell’area venivano svolte anche attività di valorizzazione e promozione indirizzate agli studenti.

La tempesta Vaia alla fine di ottobre 2018 ha però distrutto tutto, rendendo l’area non più utilizzabile per le attività che venivano svolte.

Una situazione alla quale l’amministrazione De Zanet ora intende porre rimedio.

La giunta ha infatti avviato contatti con la fondazione Fantastiche Dolomiti di Belluno, realtà che si pone come obbiettivo la valorizzazione del territorio provinciale con particolari azioni di valenza naturalistica, soprattutto con eventi e progetti che utilizzino nuove tecnologie.

Ne è scaturito un accordo, formalizzato nei giorni scorsi con una delibera di giunta, tra Comune e Fondazione. Quest’ultima ha ricevuto mandato di sviluppare una proposta di possibili interventi per di valorizzare e tutelare gli aspetti ambientali dell’area. L’obiettivo è quello di sviluppare un progetto di riqualificazione dell’area guardando anche alla didattica ambientale, “Patto per le Fontane di Sampoi” tra tutti i portatori di interessi.

L’incarico alla Fondazione non avrà costi per il Comune e i tecnici di Fantastiche Dolomiti potranno effettuare i sopralluoghi necessari e ricevere l’assistenza degli uffici comunali.

«Ci occuperemo da fare tutte le verifiche per portare questo sito naturale nella miglior condizione possibile», spiega il presidente della Fondazione, Claudio Canova, «compatibilmente con la sostenibilità ambientale, e capire così quale tipo di progettualità avviare. Poi toccherà al Comune decidere quale destinazione dare».

Una volta che il progetto andrà in porto l’area potrebbe anche rimanere un semplice itinerario culturale. «Secondo noi è importante conferire agli ex laghetti un modello di sviluppo che mette al centro l’ambiente e il territorio», sottolinea Canova. «Il nostro gruppo è composto da vari esperti, tra biologi, agronomi e forestali, con i quali cercheremo di fare tutte le verifiche per poi consegnare al Comune quello che di prezioso c’è, sia sopra che sotto l’acqua».

«Se riuscissimo a capire quale tipo di progettualità meglio si adatta all’area potremmo anche affidarla in gestione a qualcuno», dice il sindaco Milena De Zanet, «ma la nostra idea rimane quella di valorizzare il sito così com’è, senza creare strutture impattanti, sfruttando l’ambiente ricco di biodiversità». —



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