Laghi e torrenti vuoti anche 70% in meno
BELLUNO. Livelli dei laghi bassi e portate dei torrenti molto inferiori alla media del periodo. La pioggia, fatta eccezione per la giornata di domenica scorsa, non si fa vedere praticamente da un mese, dopo un inverno secco e un’estate senza piogge.
Anche la risorsa idrica comincia a scarseggiare.
Fino a dieci giorni fa, come spiegano all’Arpav di Belluno, la situazione era preoccupante, ma non ancora a un livello di allarme. Se la criticità è diventata ancora maggiore lo si potrà sapere tra qualche giorno, quando l’Arpav avrà pronto il bollettino risorsa idrica relativo a tutto il mese di ottobre.
«Quel che possiamo dire è che, dopo il 15, le uniche precipitazioni si sono verificate domenica 22», fa presente Alberto De Bona, che cura per l’Arpav p la redazione del rapporto mensile e del bollettino bimensile dello stato delle risorse idriche in Veneto. «Gli apporti si sono attestati in media attorno ai 20 millimetri. Qualcosa in più è sceso in Alpago, dove si è arrivati ai 50 mm. Ma non si tratta di livelli di pioggia in linea con il periodo: siamo al di sotto della media. Ottobre normalmente è un mese piovoso: quest’anno si è verificato il contrario».
E il bilancio dei primi 15 giorni del mese parla chiaro: sul Veneto le precipitazioni si sono attestate mediamente sui 5 millimetri, quando in condizioni normali sarebbero invece, per quanto riguarda l’intero mese, di circa 112.
Nelle prime due settimane di ottobre apporti superiori ai 10 mm si sono registrati solo nel Bellunese nord occidentale; nel sud orientale si è rimasti sotto un millimetro, con apporti nulli in alcune stazioni tra l’Alpago e la zona di Vittorio Veneto e Conegliano.
Sul fronte dei laghi artificiali, molto basso e decisamente sotto la media quello di Santa Croce, che fino al 15 ottobre era al 32% di riempimento (era andata peggio soltanto nel 2003, anno ricordato come uno dei più siccitosi). Non a caso, qualche giorno fa anche la Lega navale, sezione di Belluno, è intervenuta chiedendo ai propri soci di non mettere in acqua le barche.
Il bacino del Corlo (Arsiè) ha raggiunto un nuovo minimo storico (più basso del 2003): 9,5 mm cubi, con un -44% rispetto alla media storica del periodo. Anche se, come precisa il bollettino dell’Arpav, si tratta di valori in linea con quelli attesi per la laminazione delle piene.
Nella media il serbatoio di Pieve di Cadore, al 52% di riempimento. Anche se vedere il bacino del Centro Cadore 6-7 metri sotto il livello normale fa una certa impressione. «Il fenomeno è però normale per questo periodo», fa presente il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo. «Da fine agosto il lago inizia a scendere, l’Enel abbassa man mano il livello per quella che viene chiamata la laminazione, legata al timore delle piene autunnali. Si svuotano i laghi perché possano accogliere eventi alluvionali. A questa pratica si aggiunge ora la siccità». Nessuno stupore quindi se il lago è basso. Ma anche nessuna polemica: «Mi dà fastidio se lo abbassano ad agosto o settembre, quando siamo ancora pieni di turisti. Allora sì che non va bene. Ma ad ottobre non ci sono particolari problemi», dice ancora De Carlo.
E la situazione dei torrenti? Fino a metà mese le portate sono risultate inferiori alla media mensile storica: -16% sul Boite a Cancia, -42% sul Cordevole a Saviner e -43% sul sottobacino del torrente Fiorentina. Al 15 ottobre l’Arpav non aveva ancora a disposizione dati attendibili sul torrente Sonna a Feltre, anche se alcune informazioni rilevavano una situazione critica: una misura effettuata il 17 ottobre ha infatti registrato una portata di 1.24 mc/s: un 70% in meno rispetto alla media storica del periodo. Guardando invece le riserve di neve, un’isolata nevicata ha interessato le Dolomiti il 2 ottobre, con apporti deboli e limiti della neve sui 3 mila metri. «La neve è presente in modo discontinuo oltre i 2.900 metri di quota, lungo in versanti settentrionali e occidentali», si legge nel bollettino dell’Arpav. «Le zone glacializzate sono tutte ricoperte da un esile strato di coltre bianca».
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