Lago del Centro Cadore, archiviato l’esposto ma i sindaci non si arrendono
PIEVE DI CADORE. «Archiviazione». Questa la parola che i sindaci dell’Unione Montana del Centro Cadore non si aspettavano.
Il loro esposto sugli svasi dell’Enel per quanto riguarda il bacino sul quale si riflettono le Marmarole è stato definitivamente depositato in archivio, così come aveva chiesto il pubblico ministero Marcon.
È quanto ha deciso il giudice per le indagini preliminari, Montalto, che la scorsa settimana si era riservato la decisione sulla opposizione all’archiviazione presentata in extremis dai sindaci, tramite il loro legale. Ben 800 le pagine dell’avvocato Rocco Bianco per spiegare tutte le responsabilità attribuite all’Enel dai primi cittadini del Centro Cadore.
Ovvia la delusione per questo sforzo che è finito in niente. «Abbiamo perso una battaglia, ma continuiamo la guerra», fa sapere Antonia Ciotti, sindaco di Pieve di Cadore, che ha la delega dall’Unione montana per il lago e l’ospedale. «Non ci aspettavamo un esito come questo, perché il bacino pieno è un nostro diritto. Un diritto vitale della comunità, essendo proprio il lago il motore dello sviluppo turistico», sottolinea Ciotti.
Il procedimento era partito con l’esposto presentato dai sindaci contro gli svuotamenti ritenuti indiscriminati da parte dell’Enel dello specchio d’acqua alimentato dal Piave. La procura della Repubblica ha avviato le indagini, arrivando alla conclusione che l’ente ha tutte le autorizzazioni necessarie per fare questi svasi e non provoca alcun disastro ambientale.
Certo il paesaggio né risente, per non parlare dell’impatto sul turismo. Ma l’Enel, in base alle indagini, si attiene rigorosamente alle prescrizioni. La gestione del lago, d’altra parte, era stata decisa in tempi in cui la risorsa non sembrava direttamente così determinante ai fini turistici.
È il Comune di Domegge ad avere il fronte più lungo sul lago. Il sindaco Paolo Lino Fedon si dice «gravemente dispiaciuto perché questo era l’estremo tentativo di evitare le laminazioni del bacino». Laminazioni che incidono negativamente sull’attrazione turistica, con tanto di pacchetti che vengono respinti se nel periodo dell’offerta il livello d’acqua scende. «D’altra parte - riflette Fedon a voce alta - noi sindaci sappiamo bene che l’Enel avrebbe tutto l’interesse a mantenere il lago al massimo livello. La responsabilità, purtroppo, è dei consorzi di bonifica».
I sindaci torneranno ad insistere con la Regione perché trovi il modo - «lo sappiamo che sarà molto difficile» - di varare una legge che preveda il livello minimo del bacino, sotto il quale l’acqua non possa scendere, Nei prossimi giorni i pubblici amministratori, coordinati da Luca De Carlo, sindaco di Calalzo e presidente dell’Unione montana, si incontreranno per decidere come procedere. Prima, ovviamente, si consulteranno con l’avvocato.
L’esposto era stato presentato un anno fa dai sindaci di Perarolo, Pieve, Calalzo, Domegge, Auronzo, Lorenzago, Lozzo e Vigo, con l’obiettivo che venisse avviato un controllo, dal punto di vista della legalità, a fronte dell’evidente impoverimento paesaggistico nel quale da anni versa il lago del Centro Cadore, il cui livello dell’acqua, dopo lo svuotamento, cala ogni estate di quasi 20 metri.
Francesco Dal Mas
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