Lago di Mosigo, ora c’è il nodo delle alghe

Il sindaco De Bon: «Le toglieremo con barca e rete. Saremo pronti per le riprese». Ma De Vido attacca: «Perso tempo»

SAN VITO

Si sta riempiendo piano piano il lago di Mosigo.

Domenica sera il bacino artificiale si era completamente svuotato per la rottura di una vite che tiene su le paratoie che non fanno fuoriuscire l’acqua. Il danno è stato sistemato e ora l’acqua, da varie sorgive, sta convogliando nel bacino. Affiorano però anche le alghe.

Ieri il sito si presentava come una distesa di alghe maleodoranti e acqua.

Per lunedì pomeriggio le alghe saranno tolte e saranno effettuate le riprese della nota fiction Rai “Un passo dal cielo 6”.

Da Belluno, ieri, ha seguito telefonicamente la situazione il sindaco Franco De Bon. «Mercoledì è prevista pioggia e questa è una buona notizia», dichiara De Bon, «poi l’acqua sta aumentando. Speriamo sia pieno per lunedì. Le riprese verranno effettuate al pomeriggio e al mattino, con la barca e la rete, toglieremo le alghe. Forse inizieremo già domenica. Valuteremo il da farsi giorno per giorno. Per ora tiriamo un sospiro di sollievo dato che non ci sono stati problemi per le riprese che ci saranno da lunedì e per varie settimane. La fiction “Un passo dal cielo” è l’unica che ha ripreso a lavorare in questo periodo di pandemia e siamo onorati abbiano scelto anche San Vito come loro set. Il problema delle alghe a Mosigo purtroppo è annoso e si dovrà risolvere definitivamente».

Da anni infatti nei vari programmi elettorali e nei piani triennali delle opere pubbliche si approva un progetto di centralina idroelettrica che farebbe confluire l’acqua fresca nel lago evitando così il proliferare delle alghe. La presa d’acqua sarebbe stata sulla ski area sanvitese, in località Zoppa e la sua reimmissione doveva essere nel lago di Mosigo.

L’obiettivo, non era tanto creare energia, ma soprattutto quello di creare un circolo d’acqua a Mosigo per far sì che non si formino le alghe, che soprattutto in estate oltre ad essere anti estetiche creano cattivi odori.

«La soluzione al problema delle alghe giace nei cassetti del municipio dal 2000», ricorda Gianpietro De Vido, già sindaco di San Vito, «il Comune con la mia amministrazione pagò infatti il progetto della centralina. Una parte dei lavori è anche già stata fatta, e si dovrebbe procedere. Quanto successo a Mosigo è la dimostrazione di una trascuratezza cronica e voluta di un’amministrazione comunale che dimentica la zona più bella di San Vito. Lo svuotamento di domenica è stato un disastro totale nel momento più importante per il turismo estivo che poteva e doveva essere evitato con un semplice telo di plastica da 10 metri quadrati oppure con la messa in funzione delle pompa che preleva acque dalla sorgente a valle del lago, operazione che era già stata fatta in passato, fin negli anni Duemila».

De Vido scarta anche l’ipotesi di prelevare acqua dal Boite per immetterla nel lago. «L’acqua del Boite», spiega, «non può essere utilizzata, come già fatto, nel lago senza concessione e senza un attento esame della sua qualità. Lo svuotamento è arrivato nel momento meno indicato, quando le troupe della fiction devono girare, operazione che porta benefici al paese. Riempire un lago ampio circa un ettaro non sarà semplice in pochi giorni. Ma sorge anche una domanda spontanea: questa “sfiga” poteva essere evitata? La risposta è sì. Si doveva controllare prima i siti e che tutto fosse funzionante e si doveva portare a termine il progetto della centralina. In realtà manca una strategia turistica ben definita e si dà volentieri la colpa alla precedente amministrazione, ma il lago era pieno di alghe anche lo scorso anno. La cosa faceva meno notizia perché non c’era la fiction. Visto come vanno le stagioni turistiche, gli sforzi economici di tutti devono inevitabilmente concentrarsi di più nel turismo estivo valorizzando le bellezze naturali di cui fortunatamente disponiamo. Io, come ex sindaco», conclude De Vido, «sono disponibile a illustrare il progetto di centralina e a collaborare. Mosigo è un posto magnifico e non va abbandonato a sé stesso». —


 

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