L’agrimercato piace ai bellunesi

Nonostante la pioggia battente della mattinata, i sette stand aperti ieri hanno venduto bene

BELLUNO. Agricoltori non ci si improvvisa. Se tanti sono i bellunesi che hanno un piccolo orto dietro casa, per trasformare l'agricoltura in un'attività in grado di produrre reddito ci vuole tanto impegno, buona volontà e professionalità. Caratteristiche che premiano i produttori che ieri hanno partecipato all'agrimercato di Coldiretti e Campagna amica nel cortile del Piero Rossi.

Sette gli stand presenti, in barba alla pioggia che ha bagnato la città a metà mattinata. E sarà proprio il meteo l'incognita con cui dover fare i conti in questa stagione: «Speriamo sia una buona annata», spiega Gabriele Marcolina, dell'omonima azienda agricola di Bettin. «Basta una tempestata, o una piccola tromba d'aria, per rovinare un raccolto. In aprile, per esempio, abbiamo avuto quello delle zucchine rovinato dalla pioggia». Le scarse precipitazioni dell'inverno non hanno messo eccessivamente in difficoltà le aziende bellunesi, che ormai si sono create una clientela fidelizzata anche grazie a iniziative come l'agrimercato: «Partecipiamo dalla prima edizione, e ci siamo fatti conoscere: infatti c'è più gente che viene in azienda a comprare i prodotti», continua Marcolina.

«Lavoro ce n'è, diciamo che non si diventa ricchi, ma se si fanno le cose per bene ci si vive di agricoltura». Il che significa professionalità. Bandita l'improvvisazione, che un po' c'è, nel settore, «perchè adesso sembra andare bene. Coltivare i campi è un lavoro impegnativo, e bisogna saperlo bene quando si inizia. Bisogna sapere che ci sono i contributi (per esempio per lo sfalcio prati), ma serve investire risorse, non si può fare affidamento solo sugli aiuti». La soddisfazione, però, c'è, specie quando si riesce a vendere quasi tutta la merce in una mattinata di pioggia come quella di ieri. I bellunesi si sono fidelizzati alla qualità, stanno sempre più attenti a ciò che mettono in tavola, e i produttori locali vanno incontro alle loro esigenze con prodotti sempre freschi e che rispettano il corso delle stagioni. Sarà però un'incognita la nuova ondata di tasse in arrivo. Non tanto per i produttori (non c'è l'Imu sui terreni), ma per i consumatori, gravati da aumenti di ogni tipo, che rischiano di incidere sulla spesa. E' presente all'agrimercato dalla prima edizione anche Marco De Bacco, dell'azienda agricola che produce vino nel feltrino. Un'attività non semplice, in montagna: «Qui la resa è un terzo rispetto alla pianura, i vigneti si trovano in pendenza, e su piccoli appezzamenti sparsi su un ampio territorio, ma riusciamo a produrre sulle 30 mila bottiglie l'anno». Poche, se si guarda alle grandi cantine del trevigiano, tantissime, se si considera dove nascono la bianchetta fonzasina e i due rossi (Pavana e Gata). Varietà autoctone, di nicchia, che fanno la forza dell'azienda. Peccato che si riesca a vendere poco in provincia di Belluno: «La gente non crede ancora molto alle nostre produzioni, ma non molliamo». Ci credono i ristoranti e i privati fuori provincia, che premiano la tenacia di Marco (22enne) e della sorella Valentina, due anni più grande: «Le prospettive sono buone, noi continuiamo a lavorare». Investendo, tanto che in due anni si punta a raddoppiare la produzione: «A livello comunitario gli aiuti ci sono, per chi vuole iniziare l'attività, ma bisogna sapere che per ogni euro ricevuto ce ne devi mettere un altro di tasca tua. Non si può fare affidamento solo sui contributi».

Alessia Forzin

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